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Visualizzazione dei post da 2025

La notte in cui le stelle sussurravano

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  La notte in cui le stelle sussurravano   Avevo 25 anni durante l’estate del 2005. Siamo sulla Costa Tirrenica ed è la notte di San Lorenzo. Mi pulsava nelle vene come una ballata di Bruce Springsteen, e la Costa Tirrenica era la mia Asbury Park: un litorale di sogni e promesse che il mare sussurrava a ogni onda. Ero tornato da un viaggio in Spagna da appena una settimana, con la pelle ancora calda del sole di Granada e il cuore gonfio di un desiderio che non riuscivo a contenere: vivere una vita romantica, epica, come le canzoni che mi avevano cresciuto. A Barcellona un uomo svelto fruga tra i ricordi, dietro la schiena il suolo e non capisce perché è li. L'arena è tutta in piedi, non si muove un filo d'aria, sa di tequila e sale e di dolore andarsene. L'ultima pagina che hai letto è stata un toro in mezzo al petto. In Spagna avevo vagato per le strade di Pamplona, inseguendo l’eco di Hemingway, sentendo la terra tremare sotto i tori e il vino scorrere come un raccont...

Vento, sole e sax: un' estate senza fine

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  Vento, sole e sax: un'estate senza fine   Le notti non finiscono all'alba nella via, me le porto lo stesso a casa, facendo una rapsodia. Le notti non finiscono come vorremmo, non per davvero. E anche ora, anni dopo, con il rombo della Renault 5 GT Turbo che mi rimbomba ancora nelle orecchie come un’eco lontana, sento la Costa Tirrenica che mi chiama. È una sirena crudele, fatta di salsedine e promesse non mantenute, di giostre arrugginite che non girano più e di calci in culo che ora mi mancano come si può mancare un pugno in pieno stomaco. La musica non si è mai fermata, però. Quel subwoofer che pulsava vicino al mare, quella serenata selvaggia di Bruce Springsteen, è ancora qui, dentro di me, come una cicatrice che non smette di prudere. Sono passati anni da quelle sere di maggio, da Bruna e dai suoi capelli indomiti, da quei pantaloni bianchi che mi facevano tremare le ginocchia. Ora ho 30 anni, una patente sgualcita nel portafoglio e una macchina che non è né una L...

Greetings From Amantea

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GREETINGS FROM AMANTEA Amantea, primavera 1997. Luca, diciotto anni e l’aria di chi ha prenotato un trip per la Route 66 ma gli hanno rifilato un biglietto per il pullman Amantea-Longobardi, ciondolava per i vicoli di Via Baldacchini come un poeta che ha dimenticato la penna in un’altra vita. Il suo walkman, un Philips così malandato che sembrava tossire anziché suonare, era l’unico motivo per cui non aveva ancora mollato tutto per fare l’eremita sul Monte Cocuzzo. Il ciuffo ribelle gli cadeva sugli occhi come una tenda bucata, e in tasca aveva una copia di Sulla strada così consumata che sembrava usata per avvolgere le sarde al mercato di Via Vittorio Emanuele. Il liceo scientifico Galileo Galilei era un girone dantesco: il professor Russo, con quegli occhialetti da usciere del demonio e un’ossessione maniacale per le equazioni differenziali, lo massacrava con interrogazioni che Luca affrontava con la grinta di un pesce spiaggiato. “Guagliò, se studiassi quanto leggi quei romanzetti...

L’Innocente, il Selvaggio e i sogni a occhi aperti di Gioventù

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L’Innocente, il Selvaggio e i sogni a occhi aperti di Gioventù "Vorrei tornare a essere una ragazza, quasi una selvaggia, e aspra e libera, che ride delle offese e non ne impazzisce! Perché sono tanto mutata? Perché il mio sangue si agita tumultuosamente per poche parole?" (Emily Brontë) C'è una gioia nelle giostre arrugginite, c'è un'estasi nei calci in culo solitari. C'è vita dove pulsa quel subwoofer vicino al mare, e c'è musica in quel boato. Io non amo le persone colte e raffinate di meno, ma i facinorosi di periferia di più. Miei fratelli di sangue, miei indomiti tamarri con lo stereo a palla in questa notte senza fine, fino al confino, di una Sant'Elena privata che stiamo attraversando. Quanto mi manca l'immotivato casino delle vostre sere di maggio, del mio riposo disturbato, quanto vi ho odiato e quanto vi amo invece adesso. Lasciami riavvolgere il nastro dolcemente, e lasciati cullare dal rumore delle onde del mare...

J. G. Ballard, oltre i confini della fantascienza

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J.G. Ballard – L’autore che ha ridefinito i confini fantascientifici James Graham Ballard, noto come J.G. Ballard, è stato uno degli autori più influenti della letteratura contemporanea, celebre per le sue opere di fantascienza e per la sua capacità di esplorare le complessità della psiche umana e le distorsioni della società moderna. ​Nato in Inghilterra, ma cresciuto in Cina durante l'occupazione giapponese, ha avuto un'infanzia segnata da eventi drammatici che hanno profondamente influenzato la sua opera. L'esperienza di prigioniero in un campo di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale lo ha spinto a riflettere sulle dinamiche di potere, sul conflitto e sulla resilienza umana, temi centrali nella sua narrativa. Ballard ha esordito nel panorama letterario con opere che mescolavano fantascienza, surrealismo e critica sociale. Nei suoi racconti e romanzi, il paesaggio fisico diventa spesso una metafora dell’interiorità dei personaggi, creando un ponte tra il mond...