Springsteen in Ohio suona a sostegno di Obama

[Scritto nel 2012]

Nel corso della sua lunga carriera musicale, Bruce Springsteen ha più volte mutato pelle, vestendo talvolta i panni del rocker, altre invece quello del menestrello cavallerescamente impegnato e radicale. Questa sua etica, talvolta l’ha portato a schierarsi apertamente su temi caldi, quali l’impegno sociale, la lotta contro l’Aids e le campagne di beneficenza per associazioni e compagnie umanitarie come No Nukes, Vietnam Veterans of America, Amnesty International, e Usa for Africa, solo per citarne alcune.

Qualcosa però nella sua sensibilità è cambiata dopo l’11 settembre, e lui Poeta della Strada e Americano Vero, dopo aver più volte schivato o declinato l’impegno politico straight si è visto costretto a uno schieramento più esplicito già durante la campagna elettorale di John Kerry del 2004, dove, a fianco di altri illustri colleghi quali R.E.M, Pearl Jam e Ben Harper intraprese un tour denominato “Vote for a change“.

Nel 2008 poi l’allora candidato alla presidenza Barack Obama scelse la canzone The Rising come colonna sonora per i suoi comizi, dove lo stesso Springsteen scese nuovamente in campo in prima persona, suonando in acustico a Cleveland (Ohio) il 2 novembre 2008, durante uno degli ultimi discorsi del futuro 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America.

Bruce Springsteen, per chi non lo conoscesse bene, è uno dei più importanti cantori della Heartland Rock, eroe della working class bianca. Nella sua lunga carriera è riuscito più volte a rigenerarsi, spesso disorientando il suo pubblico, a volte anche in modo anche estremo e brutale, e a volte solo nelle intenzioni. L’onestà di questo eccezionale rocker del New Jersey ha da sempre caratterizzato il suo humus culturale oltre che un background musicale ampio.

Durante questa incerta campagna elettorale il presidente uscente, Barack Obama, aveva chiesto aiuto al suo amico Bruce Springsteen, il quale in un primo momento sembrava volesse declinare l’invito; aspetto che secondo alcuni detrattori sembrava motivato da un crescente scetticismo verso il primo mandato del Presidente in carica.

Eppure ieri al Cuyahoga County Community College Western Campus, in Ohio, uno degli Stati-chiave per la corsa alle elezioni presidenziali, Bruce Springsteen veniva  introdotto da Bill Clinton (che in questa campagna elettorale pare stia giocando un ruolo “centrale”) .

“Ci sono troppi cittadini americani che rischiano di finire ai margini. Obama è l’uomo giusto per ridare a queste persone un’opportunità.” (ha affermato il cantautore)

Dopodiché imbracciata la sua chitarra acustica ha intonato uno dei suoi cavalli da battaglia: No Surrender.

“Abbiamo fatto una promessa abbiamo giurato che l’avremmo mantenuta/ Nessuna ritirata, nessuna resa/ Come soldati in una notte d’inverno con un giuramento da rispettare/ Nessuna ritirata, nessuna resa.”

Un artista sensibile e dotato come Bruce Springsteen, ha sempre dato un’impronta etica ed impegnata al suo lavoro, fin da quel lontano 1978, le sue liriche furono intrise da un notevole impegno sociale, fatto piuttosto insolito per un giovane musicista, allora ventisettenne, che trattava già temi come il lavoro, la ricerca della felicità, un posto nel mondo da coltivare e da mantenere. Nei suoi versi e nelle sue canzoni si sente la Voce del Poeta, per citare il grande Federico Garcia Lorca, senza dimenticare la vicinanza di Springsteen con le liriche di autori come Walt Whitman, Alfred Tennyson, Thomas Wolfe, Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson, così come la vera voce dell' Uomo della strada, che torna puntale, nella sua poetica, attraverso l'utilizzo colloquiale di domande semplici e sincere, di un Verismo capace di far presa perfino su Ronald Reagan, il primo a strumentalizzare il suo messaggio durante la campagna elettorale del 1980. All'epoca però, e per evidenti motivi, Bruce Springsteen si dissociò dal quel tentativo di essere tirano in ballo, anche perché, lo disse apertamente in seguito, si identificava con valori e posizioni del tutto differenti rispetto a quelle dello schieramento repubblicano. Insomma: era un altro artista e quello era un altro politico.

Tornando invece a una dimensione presente, la scaletta del mini-show di ieri è stata composta oltre che della già citata No Surrender, dai seguenti brani:

The Promised Land, Youngstown, (che cita  lo stato dell’Ohio)  We take care of our own, (il nuovo inno rock del 2012), This land is your land di Woody Ghutrie, e a concludere l’epica Thunder Road.

Del resto già da qualche anno alcuni rumors lo vorrebbero come possibile candidato alla carica di Governatore dello Stato del New Jersey. Per il momento il cantautore americano ha annunciato nuove date per il tour 2013 Wrecking Ball, un disco che era intriso di impegno sociale, malinconia, rabbia e speranza. Basti pensare a canzoni come This depression, Jack of all trades e Land of hope and dreams.

“Il baro tira i dadi, il lavoratore paga le bollette. C’è ancora ricchezza e agio sulla collina dei banchieri. Sulla collina dei banchieri la festa va forte. Quaggiù in basso siamo ammanettati e trascinati” (Shackled and drawn)

Bruce Springsteen aveva detto che questa volta, a differenza del 2008, non si sarebbe schierato ma il testa a testa nei sondaggi tra Obama e Romney lo ha convinto a spendersi di nuovo per il suo amico Barack!

Il carisma di questo eroe proletario non tramonterà mai, Obama o non Obama. Ciò che conta è la musica, e la sua musica può ancora cambiare il mondo. E Springsteen, lo sappiamo bene, non ha mai raccontato la cronaca, ma sempre dipinto il Mito.


Dario Greco


(Articolo originariamente scritto per il sito noigiovani.it in data 19/10/2012)

Commenti

Post popolari in questo blog

Guida all’ascolto di Van Morrison - Pt. 1

Guida all'ascolto di Van Morrison - Pt. 2

Bob Dylan e Jack Kerouac: quando il formato canzone vola alto