Un giorno alle corse (You're Driving Me Crazy)
Un giorno alle corse (You’re Driving
Me Crazy)
Mark Twain sosteneva che la differenza di opinioni rende possibili le scommesse dei cavalli. Io però non scommetto sui cavalli, ma fatto ancora più rilevante non scommetterei mai su di me. Sono così convinto di non avere chance che non mi giocherei nemmeno un pari in casa, per darvi la dimensione della mia inadeguatezza. Ma che possibilità può avere in questo mondo uno che non crede in sé stesso e nei propri mezzi? Considerate che anche il 90% di chi è sicuro di farcela, giocoforza è condannato al fallimento, all'umiliazione e al pubblico libello. Perciò non vi affannate, perché tanto non serve a nulla. Non serve nemmeno commiserarsi o come dicono i mental coach volersi bene, dedicarsi tempo e cura. A che scopo? Per invecchiare bene e conservare un corpo decente! Ma vi sentite mentre pensate o dite queste fesserie? Evidentemente no, anche perché come recita l'antico adagio: è fesso chi legge, figuriamoci chi vi scrive. Ma l'antico vaso andava portato in salvo. Per forza, ti bevi una bottiglia di Amaro Montenegro, ci sta che tu voglia scalare l'Everest senza la piccozza. Io la piccozza non l'ho mai portata con me la sera, quando avevo intenzioni belluine e vagavo per le strade di questa città come un beatnik di periferia. Cercavo di seguire il flusso e di dare prova della mia virilità, davanti a una platea ammaestrata e distratta, dove di solito era facile prendere fischi per fiaschi. Più fischi però, nel nostro giro di amici. All'epoca si fumava tanto, si beveva e si cantava a squarciagola. Era davvero una felice baraonda, una performance di infinito panico e stupore. Di soldi in tasca pochi, ma c'era il senso della comunità e bastava qualunque cazzata per renderti brillo, ma non parlante. C'è stato un tempo in cui con 10-15 mila lire in tasca ti potevi sentire il Principe di questa città e noi il sabato sera uscivamo con un solo scopo, con una missione: stasera facciamo brutto! Si diceva così e c'erano già il blues e quel groove che ci dettavano la linea generale immaginifica da seguire. Linea adatta sia per esseri asessuati quanto per mandrilloni impuniti, che tentavamo di imitare con scarsissimi risultati, sotto il profilo amoroso.
M'immagino
cosa voglia dire tutto questo per chi oggi ha qualcosa come 16-18 anni, anche
perché sotto questo punto di vista le cose sono cambiate pochissimo e non mi
voglio illudere né perculare chi ha la pazienza di leggere questi
sproloqui. Nessuno mi dava retta, allora come ora. E facevano bene. Non si
tratta di puntare sul cavallo perdente, qui si tratta semplicemente di un poco
di buonsenso e sotto questo punto di vista devo dire che la maggioranza ha
quasi sempre ragione. La maggioranza sta sempre un passo avanti rispetto a noi
coglioni, illusi sognatori con un piede e mezzo nella fossa. La fossa
ovviamente ce la siamo scavata in modo meticoloso e professionale, così adesso ce ne
stiamo tutti beati e soddisfatti dell'ottimo lavoro svolto. Peccato sia l'unica
cosa riuscita di un'intera carriera, una carriera costellata dal fallimento,
dalla rinuncia e dall'autocommiserazione. Sì, lo so, a questo punto state
aspettando l'ennesima battuta che possa dare un senso a queste elucubrazioni
notturne, ma questa è solo una considerazione di mezza estate come tante.
L'estate è per i forti e per i giovani, non certo per gente di mezza età che
non ce la faceva all'epoca, figuriamoci adesso. Si dice che nella vita è
importante saper aspettare il proprio turno e che ci sono treni che non puoi
farti sfuggire, ma io devo essermi perso pure la stazione, qui. Paola, stazione
di Paola.
Scherzi a parte, qualche treno me lo ricordo e mi ricordo l'eccitazione e lo stupore dell'andata, così come quel senso di vuoto allo stomaco che sistematicamente si prova al ritorno. Perché ci vuole molto per sorridere, ma basta un treno per piangere, come diceva Bob Dylan in quella vecchia canzone. C'è una luna splendida che sta sorgendo e ci sono ancora storie e vizi e confessioni da fare. Confessioni non richieste e che non devono in alcun modo assolverci dagli errori. Nella vita contano tanto gli sbagli quanto le cose giuste, azzeccate. È questione di fiuto per gli affari, o di conoscenza del calcolo di probabilità. Ad esempio se infili nello stereo un cd di Van Morrison, 9,9 volte su 10 farai centro. Con gli amici, con una nuova conquista, con il capo ufficio... vabbè ora non chiedete troppo! Ma è una di quelle cose che in questo anno di vita 2022 mi sento di poter assicurare. Ci sono poche certezze, ma una di queste riguarda il fraseggio e il groove di un disco di Van The Man. La vita non è una Commedia Divina, ma a volte può essere condensata in una battuta amara: quella risata grottesca, esagerata e priva di senso. Per questo motivo è importante saper ridere di sé, per queste ragioni conta qualcosa essere obiettivi, almeno una volta ogni tanto. Ce lo possiamo permettere, non è così? E forse, dico forse, ce lo meritiamo. Non sempre, non oggi, ma ce lo meritiamo.
You're Driving Me Crazy e all'improvviso il buio ci cinse, come in una ridda, un ballo ossessivo e caldo, come questa sera. Come si fa a non essere romantici con la soul music, come si fa a non avere rimpianti se si comprende fino in fondo un blues. Come si fa a non uscire completamente fuori di testa quando si ascolta il jazz. È una disciplina, la disciplina del dolore e della guarigione. Sembra quasi un gioco e sembra uno scherzo del destino, ma è solo la tua vita. La vivi al meglio, la vivi al peggio, chi può giudicare, chi può capire meglio di te? È come quando senti puzza di fumo e per puro istinto apri una finestra, sfondi una porta, accendi una luce. La lampadina potrebbe essere fatale, ma in questa esistenza c'è sempre bisogno di vederci chiaro. Non sappiamo il perché, ma siamo convinti di poter risolvere i problemi di sempre in un istante di consapevolezza e di lucidità. Un giorno alle corse e poi per un mese andremo a pane e acqua. Eppure ci sono cose che ti trascinerai dietro per tutta la vita, perciò che differenza fa essere un vincente oppure uno a cui hanno già dato il biglietto della resa. Non siamo fatti tutti per giocare, ci sono anche quelli destinati alla panchina e alcuni nemmeno a quello. Queste sono cose che tra amici non vengono mai dette, siamo tutti capaci e bravi e abbiamo un potenziale inespresso. Però poi ti svegli un giorno (ammesso che questo avvenga) e i tuoi capelli sono solo un po' più radi e più grigi e non ti senti più tanto presente, ma ti prepari ugualmente per affrontare al meglio un altro giorno, un giorno dove sai che dovrai percorrere una maratona, ma senza adeguato allenamento. Un po' come cantava B.B. King: Every Day I Have the Blues. Non c'è mai tempo per essere pronti e quando ti senti di esserlo il tuo numero puntualmente non esce, perciò ricorda le parole di qualcuno che ne sa più di te. Come diceva Mark Twain: "il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.”
L'ho letta ascoltando la bella e notturna versione di Magic Time.
RispondiEliminaBel pezzo, Dario
Ti ringrazio molto, caro Alberto. :)
Eliminaessere positivi serve solo a ignorare il proprio fallimento
RispondiEliminaSai come la penso. ;)
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