Ascoltando His Band and the Street Choir

 


His Band and the Street Choir (1970)

 

Franz Kafka diceva: "L'amore non è un problema, come non lo è un veicolo: problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada." È la primavera del 1970 e l’artista cavalca un meritato successo ottenuto con il suo terzo lavoro: il best seller Moondance. Sull’onda dell’entusiasmo entra in studio per lavorare al suo quarto disco, His Band and the Street Choir, che verrà pubblicato il 15 novembre 1970. In questo LP troviamo un singolo d’apertura come Domino, che fino a quel momento sarà il suo più grande successo commerciale, come 45 giri. La canzone è stata una risposta diretta di Morrison ai dirigenti discografici della Warner Bros., che gli avevano chiesto di produrre alcuni altri successi radiofonici. In generale, la mentalità del Morrison che entra in sala di incisione è decisamente più alternativa. Decide di registrare un LP a cappella, che sarebbe stata una mossa audace dopo il successo commerciale di Moondance. Lui, sua moglie all'epoca Janet Rigsbee e quattro musicisti, lasciarono la loro casa di Woodstock, New York, dove viveva Morrison, per trasferirsi a New York City. Sfortunatamente le sessioni non andarono come aveva pianificato Morrison. Due dei suoi compagni di band lo convinsero a portare le loro mogli per aggiungere armonie agli arrangiamenti vocali - una mossa che Morrison in seguito disse che aveva rovinato tutto. Chissà come sarebbe suonato Street Choir senza una band di supporto. Ad ogni modo, l'album è oggi uno dei migliori sforzi di Morrison e realizza pienamente l'atmosfera soul e R&B che era congeniale all’autore di questa fase artistica.

"Domino" è il tributo al pioniere del rock 'n' roll Fats Domino, che rimane un punto di rifermento per muovere e scuotere il bacino. Lo stesso modus operandi è alla base di un altro hit come "I' ve Been Working", caratterizzato da una strumentazione compatta e minimale che si regge sopra un prodigioso rullante di batteria. Mentre "Domino" è stato il singolo più importante dell'album, His Band and the Street Choir include anche "Blue Money", che è arrivato al numero 23 della classifica di Billboard mentre cavalca una melodia honky-tonk. Originariamente doveva chiamarsi Virgo's Fool, ma la Warner optò per un titolo più accessibile ed esplicativo. La critica ha elogiato la musica registrata durante le sessioni per il suono libero e rilassato, ma i testi sono stati considerati semplici rispetto a quelli del suo lavoro precedente. His Band and the Street Choir è stato accolto bene come era già successo a Moondance, che lo precede di appena nove mesi. "Domino" rimane il singolo di maggior successo della carriera solista del suo autore.

Le registrazioni erano iniziate con una sessione demo in una piccola chiesa a Woodstock, che non aveva lo scopo di produrre il lavoro finale. Durante il suo corso Morrison ha lavorato su materiale avanzato dai suoi due album precedenti con brani che non aveva mai eseguito in studio prima ("Crazy Face" e "Give Me a Kiss"), così come due strumentali.  Per la nuova band Morrison richiama tre musicisti che avevano registrato già con lui su Moondance: il sassofonista Jack Schroer; il chitarrista John Platania e il bassista John Klingberg. Anche il trio di cori di Emily Houston, Judy Clay e Jackie Verdell è tornato a cantare in "If I Ever Needed Someone". Il polistrumentista Dahaud Shaar si è unito alla His Band e allo Street Choir; era un veterano del tour Moondance, anche se non aveva suonato nell'album. Il tastierista Alan Hand si unì al gruppo di lavoro alla fine del mese di aprile, sostituendo Jef Labes, che aveva lasciato la band e si era trasferito in Israele prima della fine dell'anno. Completa la formazione Keith Johnson che qui suona l’Hammond e la tromba.

"I'll Be Your Lover, Too" è stato ispirato dal matrimonio di Morrison e Planet. Questa ballata acustica ha un tempo moderato di 4/4, con una battuta di 5/8 prima che arrivi la voce. "Blue Money" è un pezzo pieno di giochi di parole e riflette la situazione finanziaria di Morrison, parlando di una modella, probabilmente sua moglie. "Sweet Jannie" è un blues in dodici battute, dedicato all'amore giovanile e nostalgico. Clinton Heylin il suo biografo è convinto che sia stato scritto sui ricordi dell'infanzia di Morrison quando frequentava la scuola domenicale in quel di Belfast.

Ken Brooks sostiene che il testo di “Street Choir” faccia riferimento ad alcune canzoni di Curtis Mayfield come Move On Up. La traccia presenta in primo piano la tromba di Keith Johnson e l'armonica di Morrison. Brian Hinton ha descritto i testi come perversamente amari, mentre Jon Landau ha scritto che "Street Choir" è una delle canzoni più belle del canzoniere morrisoniano facendo leva sulla sua innata energia, sulla poetica potenza lirica di cui era dotato. Per il cantautore Elvis Costello His Band and the Street Choir è uno dei 500 album essenziali da possedere, mentre "Street Choir" è una delle sue canzoni preferite. Di opinione contraria però è lo stesso autore: "Da qualche parte lungo la linea ho perso il controllo di quell'album. Preferirei non pensare a quell'album perché non significa molto in termini di dove mi trovavo, anche se l'album ha venduto bene e sono contento di questo. Qualcun altro ne ha preso il controllo e ha ottenuto la copertina e tutta quella robaccia mentre ero sulla costa occidentale. Sapevo cosa stava succedendo, ma era come se non potessi fermarlo. Avevo rinunciato ai miei affari. Le cose non sono andate benissimo, ma credo possa succedere. Bisogna sempre guardare avanti.”

His Band and the Street Choir merita un punto in più (in termini di rivalutazione critica) se si considera il fatto che è la tappa mediana tra Moondance e Tupelo Honey, nonché il terzo capitolo se si vuole considerare Astral Weeks, come primo album di una possibile "trilogia". Fratelli di strada (e di Band) per un corale Moondance in chiave alternativa.


Testo a cura di Dario Greco


DIVAGAZIONI MORRISONIANE
Un'idea di Dario Greco 

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