Bruce Springsteen Letter to You


Bruce Springsteen torna a casa, per trasformarsi in un postino alla ricerca del tempo perduto. 

Dopo un numero sostanzioso di ascolti, ho tratto alcune considerazioni sul 20esimo lavoro in studio del nostro Bruce Springsteen

Questo blog trae ispirazione proprio dal primo periodo della produzione springsteeniana, motivo per cui mi sembra doveroso parlare di questo nuovo Letter To You, disco che già dalle prime battute si era mostrato attinente e legato proprio a quell'epoca, alle produzioni di inizio anni Settanta, quando l'allora giovane Bruce faceva capolino sulla scena musicale nordamericana, dando alle stampe quei primi lavori, peraltro in un lasso di tempo piuttosto ridotto. Lo stesso modus operandi con cui negli anni Novanta era tornato a pubblicare Human Touch e Lucky Town (dischi erroneamente considerati gemelli, dato che in verità riflettevano visioni e stati d'animo speculari, quasi diametralmente opposti). 

Le due anime di Springsteen sono più volte tornate nei suoi dischi, a volte convivendo in modo coeso e coerente, a volte dando l'impressione di un'ispirazione parziale, poco meditata, mal prodotta. Ma non è così. Se c'è una qualità che bisogna riconoscere al cantautore del New Jersey, è proprio quella di saper lavorare in studio: essere diligente, volitivo e impegnato. Questa è la vera abilità e forza dello Springsteen produttore ed esecutore in sala di incisione. 

Proprio come uno dei suoi maestri, autentico pilastro e fonte d'ispirazione: John Fogerty. E' stato detto che Fogerty fosse ossessionato dalla Top 40. Forse è vero, forse no, io questo non saprei dirlo. So invece che Springsteen è ossessionato dal lavoro, dal rendere al meglio la propria visione musicale e artistica. Durante gli ultimi tempi, probabilmente questa vocazione è mancata, almeno in parte. Eppure, se l'uomo è fallace, non lo è di certo l'artista, il genio creativo.

Come un novello Marcel Proust dei nostri, ma soprattutto dei suoi tempi. Tempi di Rock and Roll. Ci sono tanti ricordi, rimandi al passato, ma soprattutto, al centro, ci sono gli uomini e le donne che hanno calcato le scene per quasi cinquant'anni. Prima delle canzoni, che sono lo strumento a cui Springsteen il postino si affida, ci sono i suoni, le consegne da mantenere. In pratica è un ritorno a casa in puro stile E Street Band. Ripesca addirittura due brani del periodo Before the Fame. Si tratta di canzoni che in un modo o nell'altro conoscevamo abbastanza bene. Ci troviamo di fronte a ciò che Stefano Pistolini definisce urgenza della nostalgia, un sentimento che ciclicamente colpisce chi è insoddisfatto, malato o semplicemente inguaribilmente romantico. 

Bruce Springsteen sembra essere tutte queste cose assieme. Del resto è stato lui stesso qualche tempo fa ad affermare:- Fate rumore! Aprite le orecchie e aprite il cuore. Non prendetevi troppo seriamente e prendetevi seriamente come si prende seriamente la morte. Non preoccupatevi. Abbiate fiducia in voi, ma dubitate anche di voi. Vi terrà svegli e aperti. Siate capaci di mantenere due ideali contraddittori allo stesso tempo dentro al vostro cuore e alla vostra testa. Se non vi farà impazzire, vi renderà più forti. E rimanete forti, affamati e vivi." 

Rimanere forti, affamati e vivi. Non sappiamo quanto sia vero tutto questo oggi, ma la cosa più importante, quella che rimane, è la musica: queste 9 canzoni nuove e in aggiunta i 3 vecchi ripescaggi. 

12 cartoline che giungono dal New Jersey nelle nostre case, nelle nostre auto, ma soprattutto nei nostri dispositivi mobili. Del resto, per qualcuno di noi Springsteen ha sempre avuto una dimensione portatile: la musicassetta infilata nel Walkman Sony. Oggi potrebbe essere uno smartphone, piuttosto che un iPod, fa davvero poca differenza. Questo lavoro mi ha ricordato e riportato agli anni Novanta: un freddo mattino di gennaio quando andavo ancora a scuola e nella piastra girava il volume 4 di Tracks. Gli anni Novanta sono tornati, gli anni Novanta non sono mai andati via, per noi nostalgici appassionati del Boss. Probabilmente sarà un romanticismo un po' forzato e di maniera, ma di questi tempi non è certo il peggio del peggio. Bruce Springsteen, il capo dei postini è tornato. Potete dirlo forte, ragazzi, suonando ancora più forte! Le tracce come spesso avviene con un concept album, seppur imperfetto come in questo caso, devono essere valutate nel suo insieme. 

Perché se è vero che solo alcune hanno la forza, il respiro e il fuoco delle sue vecchie produzioni, bisogna ancora capire quale uomo prima e quale artista poi, le ha messe assieme. Si tratta per citare Springsteen del Last Man Standing, cioè il sopravvissuto, il reduce, l'ultimo uomo in piedi. Forse non è un disco con un passo audace, come lo era stato The Rising, e non c'è il miglior autore ispirato di Devils And Dust, ma quello che preme oggi al cantautore americano è rimarcare la propria presenza nella terra della speranza e dei sogni

Se questo vi sembra ancora poco il problema non riguarda Bruce Springsteen, ma chi non ha tempo di ascoltare e leggere, perché il Grande Romanzo Americano ha ancora un nuovo capitolo da svelare. Solo per chi ha orecchie buone, per chi vuole struggersi. Il compito di un disco è questo, nella migliore delle ipotesi. Bruce Springsteen è tornato a proporre la sua musica con la E Street Band ed è già una notizia sufficiente, questa.

Letter To You è la lettera di Bruce Springsteen a quella vecchia America che non c’è più. 

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