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La collaborazione tra John Lee Hooker e Van Morrison

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  Breve premessa morrisoniana L’articolo che vi apprestate a leggere non ha alcuna pretese di completezza, né tantomeno di originalità. Si tratta piuttosto della descrizione di alcune tra le più prestigiose collaborazioni realizzate da Van Morrison , nel corso di una lunga e assai prolifica carriera discografica. A volte ci si dimentica quasi come il Nostro abbia iniziato a comporre e pubblicare musicale in ensemble coi sodali Them. Mi rendo conto di aver finora schivato questa trappola, ovvero parlare del rapporto di odio-amore-fastidio che Morrison ha nutrito per il suo ex-gruppo. In questo pezzo tuttavia, vorrei fare una ricognizione su quelle che sono state le collaborazioni più proficue del musicista irlandese con alcun illustri colleghi. Mi vengono in mente episodi minori, come il featuring con Frank Zappa , con il brano Dead Girls of London, del 1979. C’è poi la spettacolare versione live di Comfortably Numb dei Pink Floyd, eseguita a Berlino il 21 luglio 1990 e contenut...

My mistress’ eyes are nothing like the sun

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Penso che le canzoni davvero degne, quelle che trattano il tema dell’amore con profondità, sia meglio ascoltarle dopo la fine di una storia, non prima. Perché concedersele prima o durante significa regalarsi un lusso che non ci appartiene, un vantaggio che non dovremmo mai lasciare al “nemico” in quella piccola sporca guerra che spesso è una relazione. Se dovessi dire qual è il più grande inganno dell’umanità, credo sia proprio la convinzione che due innamorati possano vivere in armonia. Per me, in una relazione autentica, non esiste nessuna armonia né fratellanza: piuttosto, è la cosa più vicina a una battaglia, a una guerra di confine tra due popoli in eterna rivalità. La vera armonia, invece, sta nell’amicizia: è quella l’unica carta sincera in un mondo fatto di conflitto, di scontri e di battaglie quotidiane. Così come tu sei, sei tiranna quanto le altre, che la bellezza rende superbe: lo sai bene che per il mio cuore innamorato resti il gioiello più raro, lo splendore più autentic...

Springsteen festeggia i 50 anni di Born to Run

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Born To Run di Bruce Springsteen: 50 anni e non sentirli! Di Dario Greco "Volevo fare un disco che avesse le parole di Bob Dylan e la musica di Phil Spector. Ciò che desideravo maggiormente però era cantare come Roy Orbison." Così Bruce Springsteen commentava le intenzioni del suo terzo disco, il primo vero successo commerciale della sua lunga carriera. Oggi, ad agosto 2025, quell’album compie cinquant’anni, e riascoltarlo significa percepire la stessa energia originaria, ma con la consapevolezza di mezzo secolo di storia musicale e culturale alle spalle. Fin dalle prime note di Thunder Road , l’album conquista l’ascoltatore, non solo per le storie accompagnate da melodie accattivanti, ma anche per la capacità unica di Springsteen di fondere il quotidiano con l’epico, il personale con l’universale. La chiave tematica del lavoro resta tutta nella prima traccia, dove il protagonista invita la propria partner a fuggire da una vita vuota e povera di speranza. Le parole di Born T...

Lonesome Road Blues

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La musicassetta scivola nel registratore e all’istante la stanza si riempie di suono: Grateful Dead Live 1971 . Le prime note di chitarra di Jerry Garcia si allungano come un respiro che attraversa ogni parete, ogni polvere sospesa nell’aria. Non è solo musica: è calore, respiro condiviso, un filo invisibile che lega la mia stanza a mille altre stanze, a mille altre anime che ascoltano lo stesso nastro in un tempo diverso, in un altro posto. Peppe è seduto accanto a me, le ginocchia al petto, la testa appoggiata a Zaffiro. La tigre, stesa lungo il tappeto, muove la coda al ritmo di “Bertha”, e io rido piano, perché sembra capire tutto. Le nostre mani tremano leggermente quando afferriamo la bottiglia di vino economico, il fumo delle sigarette si mescola al profumo della cassetta, e la luce calda della lampada gialla scivola sulle pareti tappezzate di poster sbiaditi. Siamo una piccola comunità, chiusa in questa stanza, ma aperta a ogni nota, a ogni improvvisazione che Garcia regala al...

Scoprendo Jack Kerouac - Nuova versione

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  “Raccogli una tazza d’acqua dall’oceano: Lì mi troverai.” (J. Kerouac) Era la calda e frizzante estate del 1995 quando, adolescente imberbe e sognatore incallito, mi tuffai senza grande consapevolezza tra le pagine di Jack Kerouac. Non sapevo che quella esperienza zen sarebbe diventata una delle più formative della mia vita. Vita da grafomane, vita da emarginato di periferia. All’epoca trascorrevo le giornate estive al mare con la mia famiglia lungo la Costa tirrenica cosentina. Non era male: le coste erano ancora accessibili alla classe media a cui appartenevo e ricordo di aver frequentato una ragazza di nome Annalisa. Lei era più grande di me e, come il sottoscritto, nutriva una sincera passione per il cinema e per la letteratura. Ai tempi non avevo ancora scoperto la mia passione per la musica, che si limitava a sporadici ascolti del repertorio altrui: mio cugino appassionato di punk, wave e metal, mio fratello fissato con i cantautori italiani, che già mi parlava di un cert...

Una notte da Leoni… di Lernia, con Chet Baker e l’Alfa amaranto

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Non saprei dire esattamente dove mi trovassi. Sapevo soltanto che era estate, tardi pomeriggio, e c’era quella luce dorata che filtra tra gli alberi quando il sole si abbassa e tutto sembra sospeso. L’aria aveva quell’odore dolciastro di birra rovesciata su legno vecchio e di fumo che non se ne va, nemmeno se soffi forte. Sul palco, a pochi metri, si stava preparando un concerto che poteva essere benissimo il Peperoncino Jazz Festival… o il Pistoia Blues. In certi momenti mi convincevo che fosse Roccella Jazz, poi, in un lampo, ero sicuro si trattasse di Umbria Jazz. Quei festival che sanno di piazze colme di sedie di plastica, di vecchi amici che si ritrovano e di bicchieri di vino serviti in calici di carta. Accanto a me, come se fosse la cosa più naturale del mondo, c’era Leone Di Lernia. Sì, proprio lui: camicia a fiori leggermente sbottonata, pelle lucida di sudore, un odore di colonia dolciastra che cercava di coprire il fumo. Sorriso sornione e quel modo di parlarti come se ti ...

Soltanto tre lupi nella notte

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È notte. Il caldo sembra non concedere tregua. Nemmeno la polvere. Caldo e polvere si appiccicano ai corpi. La pelle suda polvere, come se fosse impastata di terra. Mulinelli di tafani e zanzare fluttuano ossessivi nell’aria immobile e infernale. Caldo e polvere continuano a dominare, senza tregua, questa notte statica. Tre lupi ululano su un monte. Danno voce al disprezzo per questa terra dura e dimenticata. Una terra desolata dove i raggi del sole tracciano linee di confine tra la vita e la morte, tra ciò che fluisce e ciò che ristagna fino a svanire. Tre lupi ululano nella notte. Caldo e polvere stringono nella stessa morsa il giorno e l’oscurità. Serpenti a sonagli si contorcono sulla ghiaia arroventata dei sentieri sbiaditi. Le bestie cercano rifugio dove possono, tra le gole rocciose, tra le insenature del canyon, per sfuggire al calore del sole che persiste anche nel buio. In lontananza, il fiume e il suo placido muggito benefico e vitale. E ancora il caldo, il maledetto cal...