Richard Price e l’epica suburbana di The Wanderers
Rileggere un grande romanzo americano attraverso lo sguardo cinematografico Quando The Wanderers apparve nel 1974, Richard Price aveva appena vent’anni. Era un ragazzo del Bronx che stava imparando a scrivere, osservando il mondo come si impara un dialetto: frequentandolo ogni giorno. Quel mondo era fatto di strade, palazzi popolari, bande adolescenziali, violenza casuale, rituali di quartiere, famiglia, scuola, e una geografia emotiva che gli adolescenti di Price sapevano leggere con la precisione di cartografi. Il romanzo, oggi considerato un classico minore ma imprescindibile della narrativa americana del secondo Novecento, è molto più di un libro sulle gang giovanili: è un documento sociologico vivente, un pezzo di antropologia popolare, una capsula di memoria incandescente che racconta l’America pre-Beatles, pre-Vietnam, pre-sogno infranto. Come molti testi usciti in quel decennio, il suo respiro letterario è profondamente cinematografico. È impossibile non leggerlo e pensare, ...