Fiori di pietra per Tijuana - CARAVANSERAI
FIORI DI PIETRA PER TIJUANA - CARAVANSERAI
Apri gli occhi e inizia con me questo nuovo giorno. Un modo nuovo di vivere, quando il mattino bisbiglia, mentre il sole si muove con te. Questa via ci appartiene, tutto sta filando secondo i nostri piani. Ecco la mia mano, raggiungila, prendila e conducimi fino alla fine del tempo. Lo hai sentito come un brivido che parte dalla colonna vertebrale. Siamo figli e fratelli, siamo sorelle che provengono da un medesimo seme. Questa nostra via ci appartiene, tutto adesso sta filando secondo il piano segreto.
Sdraiato sul letto osservo sopra la finestra lo splendore
della Via Lattea. La musica irruppe come un mondo di silenzio in fiamme e
fuoco, come un assolo di Carlos Santana. Si dice che il limite dell'arte
sia la vita umana, che tutto quello che possiamo fare è andare avanti,
presentando nuovi modelli di armonia. Il bello dell'arte è che può permettersi
di fallire. La maggior parte dell'arte è fallimento permanente. È vero che le
cicale cantano, ma è un canto che viene da un altro mondo. È lo stridore
dell’invisibile sega che sta tagliando le fondamenta di questo. Ancora e
ancora, il grido instancabile delle cicale trafigge l’aria afosa dell’estate,
come un ago al lavoro su uno spesso panno di cotone. Cicale, sorelle nel sole,
con voi mi nascondo nel folto dei pioppi e aspetto le stelle, diceva Quasimodo.
Povero Salvatore, grande poeta, grande sognatore, ma non ha avuto la fortuna né
il talento di ascoltare dischi come Caravanserai e Abraxas. Ogni tanto penso a
come sarebbe stata la vita di un poeta come Leopardi se avesse ascoltato i
Nirvana; avrebbe tratto gioia nel riconoscere i suoi concetti cardine,
utilizzati e musicati da un rocker come Springsteen. Li avrebbe di certo
apprezzati e saputi valorizzare, essendo un artista con uno sguardo universale,
con una visione cosmica. Sappiamo invece da dove traeva ispirazione Carlos
Santana coi suoi fidati Gregg Rolie e Mike Carabello.
Sappiamo quale crogiuolo fosse San Francisco, chiamata dai santoni beat,
Frisco, durante gli anni sessanta. Il misticismo, l'anima latina del rock acido
e lisergico, una chitarra fluida e selvatica, che noi tutti sappiamo
riconoscere dopo le prime note, quel fraseggio tipicamente blues e latino. Due
anime possono convivere, come un fuoco di San Lorenzo, come una lunga,
prolungata estate. Di quando il sole non cedeva il passo alla notte, perfino
nelle timide sere di settembre, perfino quando gli altri già tornavano ai loro
obblighi scolastici. Per noi contava solo la musica. Bastava davvero una
chitarra e un bongo per risolvere una serata. Noi non lo sapevamo, ma eravamo
ricercatori di mediazione fra l'uomo e il dio Sole. Oh Abraxas, oh mia
nomade Regina di Saba! Un assolo di Santana è come un coito prolungato. Un
caldo orgasmo acustico in un pomeriggio d'estate. Quando la vita è tutta di là
da venire. Quando la sola cosa che più conta è bruciare di vera passione. I
primi album di Santana hanno dentro qualcosa di eroico. Poesia di strada,
solare e dinamica. La musica vibra, così come il cordone ombelicale di coloro
che ascoltano. In fondo tutti, prima o poi, devono abbandonare le proprie
valigie di illusioni. Caravanserai sarà per sempre la colonna
sonora perfetta di una lontana estate spensierata. Quando ti bastava portare
capelli lunghi, basette alla Elvis e una camicia a fiori per essere libero e
felice. Wild and innocent: selvatico e innocente. In fondo è giusto avere
nostalgia della nostalgia provata? Sì, anche se dicono che non è facile
colmarla. Un sentimento troppo lontano, evanescente, eppure di valore. È come il
Caravanserraglio per il dromedario, perso tra i suoi blues, tra chitarre e
tamburi, tra un pianoforte polveroso e scassato e l’oblio infinito. È la
remissione dei peccati che ancora non conoscevamo, ma che stavamo per
commettere. Santana era un sogno a
occhi aperti, una chitarra di fuoco. Quella prima fase, che va dal disco di
esordio omonimo fino a Moonflower, contiene una miscela esplosiva di
emozionanti brani. Colonna sonora istantanea per ogni celebrazione, di vita e
ritualità condivisa. Perché ci sono musiche e band che si lasciano apprezzare e
comprendere a fondo, in solitaria. Non è il caso dei Santana. È musica
comunitaria, fatta di condivisione. È il rito collettivo di un bottellon
in Piazza Duomo. La magia di Abraxas, il misticismo di Caravanserai. È la canna
fumaria del divertimento e della festa liceale o dell' Erasmus. Per me Santana ha
rappresentato l’ultimo stadio del divertimento fine a sé stesso, prima delle
responsabilità. Abraxas e Caravanserai sono l'esatto opposto del cartellino da
vidimare, della bolletta del gas da pagare, di ogni altra situazione usuale, di
un contesto lavorativo. È una vacanza balorda in Spagna, un viaggio esotico a
Tijuana. È la calda e fiammeggiante sensazione di Maria. Incandescente e
fluorescente miscuglio di suoni, accordi che si rincorrono freneticamente in un
botta e risposta tra l’organo di Rolie e la Gibson SG di Carlos. È la Pirámide
del Sol di José María Velasco. Tensione spirituale e carnale, sabba
ritmico e melodia che trascende il grandioso.
Voodoo e mistero: frustrazione sessuale che diviene preghiera sensuale,
armonica. Quel momento che precede il bagno di mezzanotte, quando la tequila e
la sangria potevano scorrere a fiumi, come le note acquose e fluide di Black
Magic Woman. Il ritmo, la sensualità del corpo, il samba. Come una roda di
Capoeira, un Bacardi invecchiato 8 anni. Come un vestito di versi e note. Una Madonna
Nera, nuda e prosperosa. Sublime e subliminale, stesa sopra il mio
letto, mortalmente ferito da una bellezza selvaggia e letale. Come un fendente
che squarcia la calda notte, vissuta, ma forse è più gusto dire sudata; mentre
lo stereo andava da Abraxas a Caravanserai, fino a quello che è sempre stato
uno dei miei brani preferiti: Everything's Coming Our Way. Gregg Rolie,
Mike Carabello, Gus Rodriguez, Chepito Areas. Mi basta ripetere questi nomi, mi
basta osservare questa strana copertina; oltre quarant’anni prima di Doctor
Strange, dei caleidoscopici film dell’Universo Marvel, per viaggiare dolce e
lento in un samba di colori. Non servono molte parole, basta farsi prendere da
questi ritmi, nuovi e ancestrali, acustici e vibranti, elettrici. È un ritmo
ossessivo e furioso, giocoso come un carnevale. Sulle tracce e le sensazioni scritte
da Kerouac mi muovo danzando, sopra questo letto, di rinunce e di vita. Un
sassofonista cosa fa? Fa un bel respiro e poi soffia nel suo strumento, fino a
costruire una frase unica con il suo fiato. Così io separo le mie frasi, come
fossero respiri diversi della mente. Un disco dei Santana va suonato a tutto
volume d’estate, anche se fa freddo, anche se l’inverno sta bussando alla tua
porta: tu non lasciarlo entrare. Sbattitene e pensa a quel calore oscuro, a
quei riff avvolgenti, a quelle cosce sudate. Regina della Montagna di Rame! Gli
spiriti del Fuoco ci guidano in questa notte sempiterna; alla ricerca del fiore
di pietra a cui Danilo sta lavorando, nella visionaria opera di Sergei
l'ucraino. Stone Flower, La Fuente del Ritmo, ascesa,
caduta, rinascita, cambiamento. Abbracciami e ubriacami di magia e
spiritualità. Tutto l'amore dell'universo. Future primitive, magia e
sensualità. Appena in tempo per ammirare il sole. Eterna carovana di
rincarnazione: amore, devozione e resa. È grande spirito che si innalza, oltre
la trascendenza di una carovana nomade. Un ritmo latino che sfuma in una notte
mediterranea. Abraxas è l’essenza mistica del latin rock. Il manifesto dei
deboli e dei poveri in rivolta col mondo e con lo status quo.
“È ingrato chi nega il beneficio ricevuto; ingrato chi lo dissimula; più ingrato chi non lo restituisce; il più ingrato di tutti chi dimentica.” (Seneca)
che dire.....oltre l'elegiaco...il tormento e l'estasi--
RispondiEliminache dire.....oltre l'elegiaco...il tormento e l'estasi--
RispondiEliminache dire.....oltre l'elegiaco...il tormento e l'estasi--
RispondiEliminaTi ringrazio molto, Marco. :)
RispondiEliminaMeraviglia di parole e giovanili ricordi!!! Torno più convinta che mai alla grandezza di Bob Dylan che, oggi,mi accompagna con rude tenerezza nell'ultima stagione della vita. Dopo aver letto questo splendido commento, ho riascoltato con commossa partecipazione "long and wasted years". Carla Cinderella
RispondiEliminaTi ringrazio. Anche qui oltre all'amato Kerouac e al bravissimo Santana, pago il mio debito nei confronti di Dylan. Grazie per il commento. <3
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