Speciale Bob Dylan 80th Birthday

 
Lunario musicale del lockdown – Speciale Bob Dylan 80th Birthday 

Oggi stiamo assistendo a una rivalutazione totale di qualunque cosa possa avere significato per la nostra formazione. Ebbene, bisogna dirlo: ma a chi importa! Dopo i fasti di ieri, oggi torna obbligatorio fare delle considerazioni. Prendiamo il mio caso. Sono nato nel 1979, quindi possiamo dire che di Dylan ho visto ben poco di rilevante in tempo reale. Più onesto parlare quindi di un recupero e di quella che fu la rivalutazione critica e popolare degli anni novanta. Un decennio strano, dove nello stesso momento, potevi trovare cassette, vecchi libri, vinili, ma anche cd. La mia scoperta delle canzoni di Dylan avvenne così. In modo del tutto anonimo, grazie ad amici e conoscenti che in casa si trovavano forse per caso, materiale di questo vecchio cantautore. Sì, perché nel 1997, Dylan era considerato come una vecchia gloria, un sopravvissuto degli anni della controcultura. In realtà lentamente scoprii un mondo. Non fu per niente immediato, così come non fu certo amore a prima vista. I miei gusti e ascolti da 17enne erano piuttosto banali e un po' sciatti. Per fare un esempio: non amavo nemmeno Nirvana e Pearl Jam.

Preferivo Police, R.E.M, Red Hot Chili Peppers e U2. Un po' più intrigante fu quello che avvenne quando misi assieme la mia prima rock band. Un quintetto fondato con un vecchio amico e un compagno di scuola. Tra le canzoni che ascoltavamo e cercavamo di suonare c'erano anche tre brani scritti da Bob Dylan. Like a Rolling Stone, All Along the Watchtower e naturalmente Knockin' on Heaven's Door. In pratica fu attraverso le versioni di Hendrix, degli Stones e soprattutto dei Guns che scoprii i pezzi di Dylan. Mi ricordo che Emilio, mio compagno di classe, mi duplicò su cassetta alcune cose come Sting da solista, Clapton, Neil Young e un po' di canzoni varie di Dylan. Successivamente scoprii che i brani di Dylan erano tratti dalla raccolta Biograph.

Mio fratello aveva registrato su VHS uno spezzone di Hard Rain, che Rai 3 all'epoca mandava spesso in replica. Al "Tempio della Musica", mitico negozio di Cosenza che vendeva chitarre e dischi, vidi la copertina del live The Bootleg Series Vol. 4: Bob Dylan Live 1966, The "Royal Albert Hall" Concert, scoprii che anche questo vecchio cantante aveva realizzato l'Unplugged, trasmissione di cui tutti i miei amici patiti di musica parlavano.

Un giorno tirando un filone andammo a casa di Andrea. C'era una cassetta originale di Bob Dylan. Era il Greatest hits 3. La presi senza chiedere se potevo, mettendomela in tasca. Giravo con un Walkman Sony a cassette, nonostante a quei tempi ci fossero già i lettori cd portatili. Ecco quello fu il mio approccio svagato e sciatto alla musica di Dylan. Successivamente scoprii un autentico mondo, di cui ancora oggi, 20 anni dopo resto ammaliato. Ma il mio primo Dylan fu più o meno questo. Niente di ché. Niente di cui vale davvero la pena leggere. Sono state ben altre le avventure che abbiamo vissuti, durante un decennio intrigante e naif come furono gli anni novanta.

Per chi ha vissuto veramente quel periodo, sa che c'era vita, anche nella provincia sonnacchiosa, capace di andare oltre rispetto al recupero di artisti del passato, di cui Bob Dylan faceva parte. Perciò, anche se in modo un po' sciatto, con questo pezzo stile rubrica inesistente "ma a chi importa niente della tua opinione", dico: - Happy 80th Birthday, Mr. Bob Dylan!

Dario Greco


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