Ricordando Dr. John: l’ultimo sacerdote di New Orleans
Ricordando
Dr. John: l’ultimo sacerdote di New Orleans
New Orleans è una sirena, tentatrice, un posto
da favola, un'illusione.
(A Love Song for Bobby Long)
Chi mi
conosce sa bene che sono sempre stato una frana in termini di coerenza. Nemmeno
con la logica ho mai avuto rapporti idilliaci. Mi piace invece la musica, o
meglio mi piacciono alcuni generi di musica. Quando parliamo di un artista come
Malcolm John Rebennack, Jr. non possiamo fare a meno
di pensare a una città, anzi a quella città che forse, meglio di
tutte, ha saputo dare un contributo significativo alla musica del Secolo Scorso.
Sto parlando di New Orleans. Motivo
per cui sono pienamente consapevole che mi sto per ficcare in un bel cul de sac! Un calderone voodoo, dove
possono emergere, senza soluzione di continuità, elementi di blues, funk, jazz,
rock, rhythm and blues e così via… Voi avete mezza giornata da dedicarci? Io
francamente no!
Conosciuto
come Dr. John, il buon Mac Rebennack ha coltivato, parallelamente alla sua
attività artistica, una carriera parallela come side-man, produttore e Gran Maestro
di cerimonie. Vai a capire bene di che tipo. Mojo bag? Più che probabile.
Qualcuno in Italia ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo, in uno dei suoi
tour europei. Tra questi c'è il sottoscritto, che per questioni di credibilità
e di sincerità ammette che era presente un po' per caso. Umbria Jazz, luglio 2004 e palco condiviso con la leggenda del
blues B.B. King. Sempre a volerla
dire tutta, quella sera fui conquistato dall'esibizione Hoodoo del Nostro Dr.
John. Scattò la scintilla, come era giusto che sia. Scintilla che non si è mai estinta
in sedici
anni, sedici bandiere. In the
right place e non solo. Perché Dr. John è stato artista promiscuo e molto
collaborativo. Ha condiviso il palco con artisti del calibro di Van Morrison, Bob Dylan, The Band, The Rolling Stones, Eric Clapton, Bruce Springsteen e per
quanto riguarda le nuove leve Beth Orton e Dan Auerbach. Proprio il leader di The Black Keyes gli produsse, otto
anni fa, quel clamoroso best-seller che è Locked
Down. Disco dove possiamo trovare alcuni nuovi classici come Getaway,
Revolution, Kingdom of Izzness e la struggente ballata My Children, My Angels.
Impossibile citare, in un solo articolo, gli episodi maggiori della vicenda
artistica di Dr. John. Personalità e personaggio, ma prima di tutto Uomo di
musica e di buona medicina.
Parlare di
lui vuol dire evocare lo Spirito di una
Nazione, oggi ferita e con il cuore affranto più che mai. Non si tratta di
politica, visto che Dr. John è sempre stato attivo sul fronte sociale, ma ha
saputo rimanere nel territorio di maggiore competenza e sensibilità, il
territorio che si chiama musica. Such a
Night, come recita uno dei suoi classici degli anni settanta. The
Night Tripper. Possiamo ricordare Mac
Rebennack tramite qualche breve ma significativa comparsata al cinema. Merito
della sensibilità di autori come Landis,
che di musica sa giusto qualcosina, o come il talentuoso e imprevedibile Linklater. Nel suo pregevole e poco
conosciuto qui da noi "Dazed and Confused" del 1993 mette a segno un
paio di colpi, con una soundtrack killer,
valorizzando oltre al classico di Dr. John Right Place, Wrong Time, anche la
celebre Hurricane di Bob Dylan, ma solo per citare due dei
tanti brani presenti in scaletta.
L'estate di New Orleans
annega in una quiete densa e umida. Dr. John ha saputo coltivare in oltre 50 anni di carriera
discografica le sue amicizie. Lo ricordo ad esempio in veste di produttore e
musicista nel disco di Van Morrison,
A period of transition del 1977. It
Fills You Up, The Eternal Kansas City, Heavy
Connection e Cold Wind in August, sono le canzoni a cui sono maggiormente legato.
Sottolineo in particolare il sound ricco e variegato e l’incisione memorabile
di The Eternal Kansas City, brano che spicca per qualità e inventiva in questo
disco funky fine anni settanta. Lo scorso anno, mentre stavo attraversando un periodo davvero di transizione ho
appreso su Facebook che Dr. John
aveva messo le ali e salutato le sue mortali spoglie. Non ho provato dispiacere
né dolore di alcun tipo, perché un musicista di questo livello non può davvero
sparire completamente dalla circolazione. Almeno fino a che non siamo noi a
consentirlo. E noi, per Dio e per Diana non lo consentiremo mai. Perché come afferma
il buon Nick Hornby, in un contesto differente, ma nel momento
giusto, noi non supereremo mai questa fase! Attraversiamo questa notte come
se fosse un gran Carnevale, ma il Gris-Gris,
il Mardi Gras e il pianoforte
saltellante, pulsante e caldo di Dr. John risuonano in questa battaglia senza
fine che qualche sguaiato ha chiamato vita!
Gli dei tenevano d'occhio New Orleans. O così sembrava. In
che altro modo questa storica città costruita sotto il livello del mare, questo
splendido gioiello incastonato in una palude, era sopravvissuta? Sopravvivenza.
Della specie. Dei più forti. Dell'io. Una reazione istintiva a combattere per
la vita. A rimandare colpo su colpo.
(Erica Spindler)
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