Buon compleanno, Springsteen
Esiste una
particolare fotografia di Springsteen, che risale al 1973, capace di scatenare
una vera e propria ondata di ricordi e che esprime appieno tutto il fascino da
lui esercitato. E' apparsa diverse volte su Rolling Stone, una addirittura come
paginone centrale, per un lungo articolo retrospettivo sulle origini del Nostro
Uomo. La foto, scattata da David Gahr, mostra uno Springsteen snello su un
marciapiede di Long Branch. Tutta la
foto trasuda carisma, se letta con occhio retrospettivo, malgrado mostri
decadenza e una mancanza totale di quello che oggi amiamo definire decoro
urbano. Sopra ogni cosa si staglia però questo magnifico 24enne, in una tipica
posa da gaglioffo del luogo. Flashforward. Stessa storia, stesso posto, stesso
lungomare. E' il 2007, Springsteen è reduce da due dischi impegnativi, per
diverse ragioni: da un lato aveva affrontato di petto (rischiando anche qualche
scivolone) la brutale realtà con The Rising, dall'altro aveva sapientemente
optato per il confino desertico di un'America sospesa tra una nuova e
tecnologica Waterloo e una speranza di umanità e di nuovo Cristianesimo con Devils and Dust.
Magic rappresenta di fatto la sua prima libera
uscita dai tempi di Lucky Town e del più pomposo e fiacco Human Touch. Qui non c'è
quasi spazio per la rabbia, non in questo momento. E' piuttosto il bilancio di un uomo e di un
autore alle soglie dei sessant'anni ciò che emerge tra i solchi di Magic, disco che possiede
sì un tocco di malinconia, ma nella sostanza fanno la differenza le storie e i personaggi di
sempre, quelli dello Springsteen classico, che abbiamo tanto amato, per
citare la pellicola di Ettore Scola, del 1974, anno fatidico specialmente per il Nostro.
Nel 2007 Springsteen ricerca quella magia che gli consenta di evocare uno stile mitico di romantica resistenza e verismo pugnace, che ha gettato ponti e dato speranze a milioni di persone, (oggi diremmo utenti), capaci di ridere, piangere, emozionarsi e sognare, con le sue canzoni migliori. Perché ci vuole fede e un po' di magia nella notte, aveva detto proprio in una delle sue canzoni simbolo, Thunder Road. Molte cose sono cambiate attorno, ma i cambiamenti più difficili per il musicista di Freehold, sono ancora di là da venire...
Nel 2007 Springsteen ricerca quella magia che gli consenta di evocare uno stile mitico di romantica resistenza e verismo pugnace, che ha gettato ponti e dato speranze a milioni di persone, (oggi diremmo utenti), capaci di ridere, piangere, emozionarsi e sognare, con le sue canzoni migliori. Perché ci vuole fede e un po' di magia nella notte, aveva detto proprio in una delle sue canzoni simbolo, Thunder Road. Molte cose sono cambiate attorno, ma i cambiamenti più difficili per il musicista di Freehold, sono ancora di là da venire...
Per questo
motivo diventa oggi curioso osservare queste due immagini: lo Springsteen giovane e
spavaldo, e quello maturo, ma non ancora battuto. Mi sembra un modo inusuale questo, per celebrare i suoi primi 70
anni di vita. Perché in Magic convivono con coerenza, (in alcuni casi), lo Springsteen
di ieri e quello di oggi. E' una fotografia molto ben a fuoco, che mostra un autore
maturo, con una Band, che pur perdendo colpi, qua e là, non rinuncia a guardare
il passato, nel segno del Thomas Wolfe di Look Homeward, Angel, tra rintocchi di
piano di Bittan, (che evocano Jungleland), ruggiti di sax di Clemons e rullate imperiose di Weinberg. I'll Work for Your Love: l'ultimo vero inno rock scritto da
Bruce Springsteen per la Band e con la E Street Band? E chi può dirlo? Ci sarà ancora
bella musica, più avanti Further On (Up The Road), ma il racconto e l'immagine
diventerà frammentario, un po' forzato e non sempre così semplice da seguire. Eppure la grande Bellezza delle cose migliori realizzate da Springsteen si trova qui: nell'attacco di armonica di The River, nelle invitanti introduzioni di Born to run (disco) nell'energia delle chitarre ferite e ululanti
di Darkness on the edge of Town.
E il resto? Il resto è mestiere, quell' ottima capacità di
restare a galla, da abile barcaiolo ed eccelso uomo di musica (per la Musica), quale Bruce Springsteen è in fondo sempre stato. Un professionista che lungo una carriera esemplare ha saputo
mostrare più facce, senza restare mai impigliato nella tristezza, senza
deludere (quasi mai) un pubblico attento e puntuale, che lo ha seguito, anche
quando non c'era poi molto da capire (o da seguire).
Working on a dream or We Are Alive and Meet me in a land of
hope and dreams! Buon compleanno Mr. Springsteen: Hey mister deejay won't you
hear my last prayer. Hey ho rock 'n roll deliver me from nowhere!
Dario Greco
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