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Days Like This (1995)

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  Days Like This (1995) Autostrada deserta, ai confini del mare, come diceva la canzone. Perchè è importante un disco come Days Like This? Ventitreesimo lavoro in studio del Nostro, pubblicato all'alba dei suoi 50 anni. Per un artista del suo calibro, certamente un traguardo che va annotato, almeno in un contesto più intimo e autobiografico. Contesto che del resto appare evidente fin dal titolo, dalla copertina del disco che lo ritrae in compagnia della fidanzata di allora Michelle Rocca, in compagnia di due cani a guinzaglio. Sempre per restare in famiglia alle sessioni del lavoro partecipano due vocalist come Brian Kennedy, giovane collega con un timbro interessante, ma soprattutto fa capolino sua figlia, Shana Morrison. Dodici brani, che consistono in due cover come You Don't Know Me e I'll Never Be Free più dieci pezzi autografi di vario genere e stile. Caratteristica che ormai è il marchio di fabbrica morrisoniano da oltre vent'anni. I siti specializzati etichett

Ascoltando A Sense of Wonder

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A Sense of Wonder (1985)  Diceva Yeats: "Correggendo le mie opere, correggo me stesso". Questo sembra essere il messaggio che porta avanti Van Morrison durante gli anni ottanta. Periodo se possibile ancora più prolifico, per il cantautore irlandese, ormai vicino al compimento dei trent'anni. Negli anni ottanta un musicista pop era considerato vecchio. Oggi le cose sono decisamente diverse, sotto certi punti di vista migliori, per quel che riguarda il giudizio dell'età anagrafica di un cantautore, ma tant'è. Secondo molti critici attraverso questo disco Van Morrison compirà una sintesi dei temi affrontati coi lavori precedenti, da Into the Music fino a Inarticulate Speech of the Heart del 1983. Però, analizzando in modo approfondito e in un contesto maggiormente retrospettivo, notiamo come il Nostro Autore, abbia messo un punto e virgola, scegliendo di percorrere nuove strade, a livello sia sonoro che tematico proprio da questo momento in poi. Non è certo accessori

Divagazioni Morrisoniane - Pt. 2

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Non è ancora esistito un individuo vero, capace di vivere, capace di morire. Soltanto ammalati, sciocchi e tragici, lugubri e ridicoli, che a volte hanno persino sperato di arrivare all’ideale per mezzo di un Miracolo. Aldous Huxley era solito dire che il problema fondamentale dell’umanità è la ricerca della grazia. Lo scrittore usa questo termine nel senso in cui pensava fosse utilizzato nel Nuovo Testamento; tuttavia lo spiegava in termini suoi. Egli sosteneva che gli animali si comportano e comunicano con una naturalezza, una semplicità che l’uomo ha perduto. Il comportamento dell’uomo è corrotto dall’inganno, perfino contro sé stesso, nei momenti più delicati, dalla finalità e dall’autocoscienza. Secondo l’opinione di Huxley, l’uomo ha perso la "grazia" che gli animali invece possiedono ancora.  Non mi pare di aver chiesto molto dalla vita. Quanto meno ultimamente. Ho chiesto solo un sorso di cognac e forse la compagnia di un'anima gentile, in una fresca sera di giugn

8 Divagazioni Morrisoniane - Prima Parte

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  La sventura ti può dare le compagnie di letto più impensate, diceva Shakespeare. L’isola è piena di questi sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie. A volte son migliaia di strumenti che vibrando mi ronzano agli orecchi, altre volte son voci sì soavi, che pur se udite dopo un lungo sonno, mi conciliano ancora con Morfeo oltre la sfera dell'eroe, fino alle colonne d'Ercole di questo sentire, senza pensare a niente, se non a vivere, rischiando tutto, senza fare prigionieri. Abbiamo bruciato come autentiche Supernovae e siam spariti, entro le nebbie di un‘alba frettolosa, ma salubre di vino, poesia e peyote. C'è un sogno dentro questo mio sogno e perfino tu puoi contribuire a portarlo avanti, il riscatto è dentro la musica.   Ancora una volta la breccia, fratelli miei, ancora una volta contro la burrasca del rock. Van Morrison ha cantato oltre la sfera del mito celtico, sfidando le leggi e la scrittura classica di una pop song di tre-quattro minuti. Lo ha fatto per un motiv

Introduzione alle divagazioni morrisoniane

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 Introduzione alle divagazioni morrisoniane   Ci sono canzoni che iniziano già a metà di una storia e ci sono storie che partono in sordina, a volume basso, per poi salire, dolcemente, d'intensità. Quei pezzi difficili, il contrario dei cinque pezzi facili, che se ti prendono però diventano imponenti proprio come il marlin di Hemingway. Le vere canzoni devono partire lente, danzando su velluto, come se incontrassi la persona speciale. Quella che rende la tua vita prima meritevole di essere vissuta e un vero inferno, dopo. Che il gioco della guarigione muti pelle, nel tempo, dissimile alle compagnie di solitudine. Sono gli autori che ti faranno compagnia chiedendo in cambio un piccolo compenso, ben poca cosa rispetto a ciò che daranno a te, come la buona medicina amara, salvifica. Ti cambiano la vita, il più delle volte in meglio. Ballate dal vago sapore torbato come Over the hill di John Martyn, dall'incedere scampanellante e tintinnante come Buckets of Rain. Ancora meglio: son

KEEP ME SINGING - Divagazioni morrisoniane

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Ci sono dischi che sono importanti per la storia della musica.  Poi ci sono dischi che per qualche motivo rientrano nella nostra vita. Probabilmente Keep Me Singing non farà la storia della musica, ma nella mia personale biografia ci sarà sicuramente spazio per un disco che sa, per certi versi, di un ritorno a casa. Il 2016 non è stato un anno particolarmente ricco di musica, per quanto mi riguarda. Tuttavia, nel corso di un difficile autunno, è arrivato questo disco che è riuscito a strapparmi qualche bel momento, almeno sotto un punto di vista strettamente musicale. Un lavoro dove non è semplice scegliere una sola traccia: si tratta infatti di un'opera davvero molto ricca, che ci restituisce un Van Morrison davvero ispirato e concentrato, come non lo si sentiva da tempo. Erano diversi anni che il cantautore nordirlandese non regalava emozioni così intense. Possiamo tranquillamente affermare che con questo disco Van Morrison sia entrato in una nuova fase, in termini di ispirazione

Divagazioni morrisoniane - Golden Autumn Day

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High Summer   Grazie a Dio le notti oscure stanno tornando ad avvicinarsi, perché questa estate mi ha abbattuto. Perciò aspetto con impazienza la fine di agosto, per poter scendere agilmente da questa giostra impazzita, che grossomodo piace a tutti, tranne che a me. Adesso anche le porte del paradiso sembrano sbarrate, per quei poveri diavoli di cui anch'io faccio parte. Si fa presto a mettere sotto sfratto un Lucifero qualunque, quando l'alta stagione volge al termine. Io ho conosciuto quel povero diavolo, era orgoglioso del trattamento che aveva ricevuto dal suo Dio, anche prima che tutti gli angeli servili lo sbattessero con la faccia a terra. Ma c'è una luce fuori da questa oscurità e indossa una corona di stelle. Se riesci a scorgerla, niente potrà scuoterti, né farti cambiare idea sul vero moto che ha intrapreso questo pazzo mondo. Non resta altro da fare che il check-out, consegnare le chiavi dell'Eden e trovare un posto adeguato a un ribelle come te. La storia s

Magic Time (2005)

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  Magic Time è il trentunesimo album in studio di Van Morrison, pubblicato nel 2005 dalla Geffen Records. L'album ha debuttato al numero 25 nelle classifiche statunitensi di Billboard e al numero 3 nelle classifiche britanniche. Come per gli altri lavori del periodo il disco copre una varietà di stili che vanno dal rock al folk di ispirazione celtica, passando per R&B, blues e jazz. Il brano "Just Like Greta" è stato registrato nel 2000 e originariamente destinato a Down the Road del 2002 (quando l'album era provvisoriamente intitolato Choppin' Wood), ma alla fine è rimasto nel cassetto fino al 2005. Il resto delle canzoni è stato registrato dopo il 2003. La title track parla di una ricerca nostalgica del passato per catturare un momento magico quasi perso nella memoria. "The Lion This Time" è il sequel del brano di culto Listen to the Lion, apparso per la prima volta su Saint Dominic's Preview del 1972. Contiamo per questo album la presenza di b

Tom Waits - Blue Valentine (1978)

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  Tra gli album pubblicati da Tom Waits nella sua importante carriera, Blue Valentine è il più struggente, il più romantico nella più desolante accezione del termine. Il suo fulcro sono le storie d’amore impossibili, quelle che non sono state e mai saranno. Tutto permeato da una nostalgia quasi autoimposta che appartiene sì all’uomo comune, ma soprattutto a quell’anti-élite di disperati che non possono fare a meno di tormentarsi. Quando uscì non suscitò grande clamore, ma del resto in quell'autunno 1978 erano cambiate molte cose e non solo per la carriera del suo autore. Per fare un esempio parallelo, da costa a costa, le cose non stavano andando meglio nemmeno a Bruce Springsteen, che aveva dato alle stampe uno dei lavori più riusciti: Darkness on the Edge of Town. Ma quello era il 1978 e c'era altro a cui pensare. C'era una nuova scena che stava letteralmente esplodendo, ancora una volta veniva dall'Inghilterra ed era decisa a spazzare via tutto quello che non era al

Aspettando alle porte dell'alba il pifferaio magico - Divagazioni morrisoniane

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  Aspettando alle porte dell'alba il pifferaio magico “La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.” (Khalil Gibran) Sento un pianoforte in lontananza e non posso fare niente per evitare di piangere e soffrire. Perché tutto quello che sento è dolore. Anzi se devo esser sincero, in questo istante ho smesso di provare dolore. Non sento proprio niente. Non c'è nemmeno un pianoforte che sta suonando. È solo la mia testa che gioca brutti scherzi, mi fa sentire un musicista che semplicemente non c'è. Sento un pifferaio alle porte dell'alba, prorompere in una melodia senza tempo e senza spazio. La guarigione può avvenire solo quando il livello di consapevolezza crescerà di volume, ancora e ancora. La guarigione inizia con una radiosa giornata di sole. Devi lasciare che la luce entri nel tuo corpo. Ancora una volta, malgrado il dolore, nonostante la mancanza di stimoli e di sensazioni positive, tu hai il tuo cuore e tut

The River, oggi

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  "Volevo un album che combinasse l'aspetto divertente di quello che sapeva fare la band, con la storia che avevo in mente di raccontare." The River è il quinto album di Bruce Springsteen, pubblicato il 17 ottobre 1980. Le scelte in studio di un autore, determinano spesso la sua carriera e il suo destino. The River immortala il sorprendente ritratto dell'artista giovane e ambizioso, quale Bruce Springsteen è sempre stato. Un giovane e già maturo autore, capace di catturare le sonorità che stava cercando di ottenere in studio, praticamente fin dal suo esordio. Non è casuale se in questa nuova e pericolosa avventura, chiami a raccolta la sua band, responsabilizzando il suo fraterno consigliere, Steven Van Zandt, qui anche nelle vesti di produttore artistico.   Il disco diventerà “The River”, uno dei doppi più celebrati della storia del rock. Bisogna però riflettere, a livello retrospettivo (e a noi oggi questa cosa è concessa!) su come sarebbe cambiata la carriera di

Devils & Dust, oggi

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Devils & Dust, oggi "Dopo l'evoluzione da rocker a icona americana, Bruce Springsteen sta sviluppando una nuova identità: quella di scrittore di racconti in musica. Il tono spesso è cupo, intriso di ricordi e di rimpianti." (Adam Sweeting, Uncut, giugno 2005) "L'unica divinità a cui si può aspirare è racchiusa nel cuore della nostra umanità. Quando esprimiamo la nostra pietà diamo voce a questa aspirazione. Ecco perché a volte là fuori è così spaventoso." Cercare una voce non ancora utilizzata è il manifesto poetico di questo lavoro di Bruce Springsteen, uscito in Europa il 26 aprile 2005. Devils & Dust è il 13esimo album in studio di Bruce e conclude l'ideale trilogia elettro-acustica iniziata con Nebraska nel 1982 e proseguita nel '95 con The Ghost of Tom Joad. A livello produttivo si tratta dell'opera più ispirata realizzata con Brendan O' Brien. Ed è anche il quarto disco in studio come solista nell'arco temporale di 13

The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle, oggi

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  The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle, oggi "Il ragazzo non è ancora un campione, ma è pronto a combattere sul ring." (Robert Christgau) Volevo inventare un ballo senza passi precisi. È il ballo che si fa ogni giorno e ogni notte per tirare avanti. Parola di Bruce Springsteen. The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle è un disco che celebra un variegato luna-park di stili americani e non solo. Passiamo dai toni beffardi dell'organo al Cry Baby della chitarra che sa di funk, da Phil Spector a James Brown, da Carlos Santana a Curtis Mayfield, dal gospel al soul. Specialmente nella seconda facciata questo album mostra tutte le carte che la E Street Band è capace di giocarsi, prendendosi il giusto spazio per mostrare le proprie qualità. L'autore è ancora il cantastorie pronto a infiammarsi di ardore, eppure qui inizia già a capire il meccanismo: c'è un tempo per declamare, c'è un tempo per rilassarsi. Le canzoni rispetto al suo predecess

Tunnel Of Love, Oggi

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Tunnel Of Love, Oggi I temi portanti dell'album sono l'identità e l'amore. Chi sono? Dove sto andando? Dove finirò? Sto sperimentando l'ambivalenza delle relazioni, da sempre latente  nella mia vita psicologica. Le dodici tracce di Tunnel Of Love sono dichiarazioni d'amore notturne e sospiri che spezzano quel minaccioso silenzio che spesso cala in una coppia. È un disco fondato sulla dicotomia tra forza e debolezza, come il protagonista di uno degli episodi più riusciti del lavoro, Cautious Man, il quale ha tatuato sulla mano destra la parola amore e sulla sinistra invece la parola paura. Naturalmente è facile dedurre che dietro il personaggio di Bill Horton ci sia lo stesso Springsteen, senza troppo azzardo in termini di interpretazione.  È il fulcro e il cuore a livello tematico di tutto il disco e anche uno dei suoi episodi meglio riusciti. Max Weinberg sostiene che il punto è che non si tratta del primo disco solista di Springsteen, dato che sono tutti album sol