Ascoltando A Sense of Wonder

A Sense of Wonder (1985) 

Diceva Yeats: "Correggendo le mie opere, correggo me stesso". Questo sembra essere il messaggio che porta avanti Van Morrison durante gli anni ottanta. Periodo se possibile ancora più prolifico, per il cantautore irlandese, ormai vicino al compimento dei trent'anni. Negli anni ottanta un musicista pop era considerato vecchio. Oggi le cose sono decisamente diverse, sotto certi punti di vista migliori, per quel che riguarda il giudizio dell'età anagrafica di un cantautore, ma tant'è. Secondo molti critici attraverso questo disco Van Morrison compirà una sintesi dei temi affrontati coi lavori precedenti, da Into the Music fino a Inarticulate Speech of the Heart del 1983. Però, analizzando in modo approfondito e in un contesto maggiormente retrospettivo, notiamo come il Nostro Autore, abbia messo un punto e virgola, scegliendo di percorrere nuove strade, a livello sia sonoro che tematico proprio da questo momento in poi. Non è certo accessorio il fatto che il disco successivo sarà quel capolavoro che risponde al nome di No Guru, No Method, No Teacher del 1986. Un altro aspetto che bisogna considerare è la volontà di trarre ispirazione da poeti e pensatori che lo hanno anticipato. In questo caso troviamo William Blake con Songs of Innocence and of Experience: Showing the Two Contrary States of the Human Soul (Canzoni dell'Innocenza e dell'Esperienza: mostranti i Due Stati Contrari dell'Anima Umana) da cui trae ispirazione per il brano "Let the Slave (Incorporating the Price of Experience)", mentre Tore Down a la Rimbaud viene direttamente da uno dei periodi più prolifici e delicati della sua carriera (e del lato personale e intimo di Van Morrison).  Ora, sappiamo che  titolo e il tema della canzone derivano dal poeta francese Arthur Rimbaud, il quale divenne famoso per la sua poesia all'età di quindici anni nel 1869 e che smise di scrivere sei anni dopo. Morrison aveva iniziato a scrivere la canzone nel 1975 durante i tre anni di inattività professionale dopo la pubblicazione dell'album, Veedon Fleece.

Morrison è stato citato sulle origini della canzone: "Fu tra Veedon Fleece e A Period of Transition che iniziai "Tore Down a la Rimbaud" – dopo aver letto che Rimbaud smise del tutto di scrivere quando aveva ventisei anni, divenne un trafficante d'armi o qualcosa del genere. Non ha mai scritto una riga dopo. Ironia della sorte, questo mi ha fatto scrivere di nuovo. Ci è voluto molto tempo per finire, quasi otto lunghi anni per completare il brano. È la canzone più lunga che abbia mai portato in giro. Stavo leggendo Rimbaud quando ho avuto l'idea originale. L'idea ha dieci o dodici anni; non stavo scrivendo proprio niente e davvero non capivo il motivo. A volte riesco a superare un isolato sedendomi a una macchina da scrivere e digitando ciò che ho appena fatto. Strano!"

Analizzando il disco

Immagini autunnali come le foglie arancioni, gialle e verdi. Inni meditativi alla bellezza armoniosa della natura e all'amore di Dio, annotazioni musicali sulla condizione del ruolo di un uomo solitario in un mondo vasto e a volte difficile, un brano strumentale celtico radicato e sbarazzino. Pastorale e di basso profilo, sarebbero alcuni degli aggettivi più sicuri per descrivere "A Sense of Wonder"; "animatamente calmante e occasionalmente avvincente, sarebbe una critica più obiettiva, forse. C'è una meravigliosa e rara coesione spirituale e armonia in questo delizioso, ingannevolmente modesto album che è raro trovare o persino imbattersi in qualsiasi periodo. Fino a sentire l'odore delle foglie nell'aria. A Sense Of Wonder è un plateau per Van Morrison: il suo primo disco per la sua nuova etichetta, attinge e riassume gli ultimi quattro album realizzati per la Warner Bros, che documentavano un periodo di risveglio spirituale. Ciascuno di quei dischi si concentrava su un aspetto diverso della religiosità di Morrison: la rinascita (Into the Music); la contemplazione profonda e la meditazione (Common One); l'estasi e l'umiltà (Beautiful Vision); il beato e laconico mantra (Inarticulate Speech of the Heart). 

A Sense of Wonder è un grande atto di sintesi e panoramica, che afferma il senso del luogo e del sé dell'artista nei termini delle sue radici celtiche. Negli anni Morrison ha raccolto intorno a sé una band che suona, come i migliori ensemble jazz, con disinvoltura e una corretta empatia legata ai singoli brani. Il gruppo lo segue attraverso tutti i suoi umori e meandri, dalle cadenzate "Tore Down à la Rimbaud" e "Ancient of Days" al maestoso augurio di "Let the Slave" (impostato su un testo di William Blake) fino a quell'arioso, trionfale luccichio di "A New Kind of Man". In altri due brani Morrison è accompagnato da un ensemble chiamato Moving Hearts, che suona secondo un canone irlandese più tradizionale. In "A Sense of Wonder" Morrison richiama un insieme di nomi di strade, colori, personaggi e sentimenti, nello stile  della libera associazione di Astral Weeks di James Joyce e Morrison.

Considerazioni finali sull'opera

Come al solito, Morrison elogia i suoi idoli letterari, invocando Arthur Rimbaud e William Blake, e onora anche i suoi mentori jazz-soul attraverso "What would I Do without You" di Ray Charles e"If You Only Knew" di Mose Allison. Nelle mani di Morrison, questi brani diventano degli inni di gratitudine e confessione. Nel complesso, A Sense of Wonder è serenamente edificante. Con sorprendente impegno e profonda convinzione, Van Morrison continua a spingersi avanti, into the mystic. E poi diciamolo pure: non è da tutti riuscire a fondere Ray Charles, Mose Allison e il folk celtico con l'ispirazione poetica di William Blake, Arthur Rimbaud, William Butler Yeats e James Joyce, specialmente in un momento storico come gli anni '80. A Sense of Wonder è un grande atto di sintesi e panoramica, che afferma il senso del luogo e del sé dell'artista nei termini delle sue radici celtiche.

(Testo a cura di Dario Greco)

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