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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Professione Blogger

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È ormai da sette anni che non mi sono più mosso di casa. I miei amici di città si meravigliano tutti, perché non vado più a far loro visita come un tempo. Pensano che io stia diventando acido e asociale. Certi dicono che sono ormai una specie di vecchio misantropo ammuffito, mentre, in ogni caso, la verità è che sto semplicemente a guardia del mio vecchio e ammuffito camino. Perché è stato deciso insieme, da me a dal mio camino, che io e il mio camino non ci arrenderemo mai. Premesso che gennaio è un po' per tutti tempo di riflessione, di bilanci e di altre considerazioni, per me questo periodo ha una valenza duplice, visto che ci sono anche nato. Stavo riflettendo su un fatto che riguarda la mia attività di blogger e di content creator:  - Faccio questo mestiere da oltre 9 anni e mezzo, ma se dovessi calcolare il periodo di formazione, di passi falsi e ripensamenti, è corretto arrotondare a 12 anni buoni, per usare un eufemismo. In questi 12 anni ci sono stati tanti tentativi, pas

Echo in the Canyon (Ricordando David Crosby)

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Poche settimane fa ho visto su Netflix il film documentario realizzato da Andrew Slate r con Jacob Dylan nel ruolo di narratore e dedicato alla scena californiana anni Sessanta. E' stato bello ritrovare in questo film una delle voci a cui sono più legato: quella di Tom Petty . Protagonisti del documentario sono i musicisti di quel favoloso periodo, che con le loro capacità espressive e musicali hanno reso la musica americana ciò che tutti noi oggi conosciamo. Si parla di un genio come Brian Wilson , leader e mente creativa dei Beach Boys, ma c'è ampio spazio per altre personalità come  Roger McGuinn , Jackson Browne, Stephen Stills , Michelle Phillips (Mamas & Papas) e naturalmente c'è spazio per  David Crosby .  Ora, pur sapendo che questo documentario è stato realizzato prima dell'ottobre 2017 (data in cui Tom Petty ci ha lasciato) la visione del film, in chiave retrospettiva, rappresenta un momento catartico, emozionale, nostalgico.  Ma si tratta di quella nostal

La lunga estate di Neil Young

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 La lunga estate di Neil Young Adesso ho quasi finito di leggere l'autobiografia di Neil Young. Ne esco emotivamente e spiritualmente arricchito. Senza troppi paragoni, era da tempo, che non leggevo qualcosa di così vero, sincero e appassionato. Tratto da una pagina del mio diario,  23 luglio 2017 Aspettammo che il sole scendesse, prima di uscire di casa. Il caldo durante quell'estate era quasi insopportabile, di giorno, ma anche alla sera. Era un po' come stesse per arrivare la fine del mondo, o meglio l'inizio della fine. Però c'era una radio che se ne fregava e suonava molto forte un pezzo rock. È come sostiene anche Bob Dylan: c'è solo un artista che suona così forte, quando alzi al massimo il volume dello stereo e dell'emotività. Uno di quelli che sembrano fregarsene, del tempo, degli anni che se ne vanno senza salutare, senza lasciare traccia, almeno apparente. C'è una chitarra indomita e c'è una recalcitrante sezione ritmica che tira dritta,