Days Like This (1995)

 

Days Like This (1995)


Autostrada deserta, ai confini del mare, come diceva la canzone. Perchè è importante un disco come Days Like This? Ventitreesimo lavoro in studio del Nostro, pubblicato all'alba dei suoi 50 anni. Per un artista del suo calibro, certamente un traguardo che va annotato, almeno in un contesto più intimo e autobiografico. Contesto che del resto appare evidente fin dal titolo, dalla copertina del disco che lo ritrae in compagnia della fidanzata di allora Michelle Rocca, in compagnia di due cani a guinzaglio. Sempre per restare in famiglia alle sessioni del lavoro partecipano due vocalist come Brian Kennedy, giovane collega con un timbro interessante, ma soprattutto fa capolino sua figlia, Shana Morrison. Dodici brani, che consistono in due cover come You Don't Know Me e I'll Never Be Free più dieci pezzi autografi di vario genere e stile. Caratteristica che ormai è il marchio di fabbrica morrisoniano da oltre vent'anni. I siti specializzati etichettano il lavoro come pop/rock, r'n'b con accenti Celtic e un solido folk rock. Il disco risente un po' del momento positivo e rilassato dell'autore. Tuttavia sia i testi che le composizioni musicali alternano stati d'animo quasi allegri, associati a brani più introspettivi e meditativi. Due esempi su tutti sono Underlying Depression e Ancient Highway. Brani che fanno da contraltare alle atmosfere più festose come la title track, la stessa Raincheck o il brano d'apertura Perfect Fit; tuttavia dietro questa patina allegra e conciliante, c'è sempre dietro la Melancholia del Songwriter che non si dà pace e non si rassegna al suo ruolo istituzionale di artista di caratura internazionale. 

Morrison veniva da dischi di successo come Avalon Sunset e Hymns to the Silence e da qui a breve avrebbe dato alle stampe The Healing Game, a tutt'oggi uno dei suoi lavori più ispirati, coesi e riusciti dell'ultimo periodo di attività discografica. Nel contesto però, ora che sono trascorsi più di 25 anni possiamo affermare che Days Like This è ben considerato sia da certa critica, ma soprattutto dal suo pubblico e dato se possibile più importante, dallo stesso autore, che non ha mai dimentico di eseguire alcuni brani in versione live. Un lavoro un po' a fasi alterne, discontinuo, ma che merita di essere ascoltato e di far parte della vostra raccolta di album, se siete dei veri appassionati del genere e di Van Morrison.   

Un discorso a parte va fatto per questa "Ancient Highway", lunga ballata, a tratti epocale, in cui Van Morrison dà sfogo per quasi 9 minuti alla propria incontenibile forza poetica e musicale. Ottimo, come sempre, il contorno musicale: belle ritmiche, suoni eleganti, effervescenti sezioni di fiati arrangiate benissimo (la presenza di un professionista come Pee Wee Ellis aumenta indiscutibilmente il livello medio del disco). Da notare come alle registrazioni, oltre a Pee Wee Ellis, abbiano preso parte musicisti come James Hunter, Matthew Holland, Ronnie Johnson, Foggy Lyttle e Kate St. John. Praticamente la stessa backing band che aveva partecipato in precedenza alla riuscita del album live, A Night in San Francisco. È ammirevole, nonostante i difetti riscontrabili in album come questo, il fatto che l'autore non cerchi mai di seguire le mode, adeguandosi pochissimo ai falsi miti di successo della musica moderna, proseguendo con forza a ribadire il suo concetto di musica seria e impostata. Rischiando di registrare qualche brano un po’ telefonato forse, ma ostentando sempre, con forza e sicurezza, la propria inossidabile vena anticonformista e la capacità di sbattersene di alcune rigide leggi di mercato. Bisogna riconoscere, in effetti, la coerenza di fondo, così come una immancabile dose di coraggio. Come minimo.

(Testo a cura di Dario Greco)



- OTTO DIVAGAZIONI MORRISONIANE - 

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