8 Divagazioni Morrisoniane - Prima Parte

 


La sventura ti può dare le compagnie di letto più impensate, diceva Shakespeare. L’isola è piena di questi sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie. A volte son migliaia di strumenti che vibrando mi ronzano agli orecchi, altre volte son voci sì soavi, che pur se udite dopo un lungo sonno, mi conciliano ancora con Morfeo oltre la sfera dell'eroe, fino alle colonne d'Ercole di questo sentire, senza pensare a niente, se non a vivere, rischiando tutto, senza fare prigionieri. Abbiamo bruciato come autentiche Supernovae e siam spariti, entro le nebbie di un‘alba frettolosa, ma salubre di vino, poesia e peyote. C'è un sogno dentro questo mio sogno e perfino tu puoi contribuire a portarlo avanti, il riscatto è dentro la musica.  Ancora una volta la breccia, fratelli miei, ancora una volta contro la burrasca del rock. Van Morrison ha cantato oltre la sfera del mito celtico, sfidando le leggi e la scrittura classica di una pop song di tre-quattro minuti. Lo ha fatto per un motivo, lo ha fatto per il desiderio di essere immortale, per essere ricordato, non come autore, non come cantante rock, ma come Prometeo, che ruba il fuoco sacro della musica. Che si inerpica oltre la rupe Tarpea del Mito, della leggenda e della tradizione. Celtic Ray, per chi ha sete di conoscenza, per chi ha vissuto e rivisto le scogliere di Moher, per chi vuole vedere oltre il proprio naso, dentro un bicchiere di whiskey torbato, dentro una fetta di pane gaelico, ammesso che sappiate di cosa sto parlando. C'è una stradina, non proprio vicino a Domino's Pizza, lì sulle vie di Arklow che mi riconduce con la mente, lo spirito e il corpo a Fiumefreddo Bruzio, oltre la ferrovia fino a ritrovare la strada di casa, dove ho scovato il miglior allevamento di api mai visto. Solo con la forza dell'immaginazione, solo quando vedrò questi pellicani volar via, verso il tramonto, verso la fine di un autunno appena iniziato, che profuma ancora di calore e brezza, di un'estate tirrenica, in questa notte mediterranea che sto attraversando. Come here my love. Nessun disco, nessuna canzone vale come una ballata triste, malinconica e romantica del Van Morrison d'annata settanta. Non ditelo a me, io l'ho visto suonare e cantare, ma soprattutto ho percorso le stesse strade, quegli stessi posti dove la musica diventa poesia. Dove un chitarrista trae ispirazione, per scrivere forse una canzone che potrebbe essere considerata una nuova Madame George. Ma le canzoni sono libere e leggere e possono fluttuare, allungarsi, ricompattarsi come un bandoneòn, non ha importanza. 

Ti basterà un pianoforte, colpito con la giusta dosa di violenza, sentimento e romanticismo. Ho sempre amato gli strumenti acustici perché non c'è bisogno di attaccare nessuna spina, e certe spine se colpisci una tastiera si sentono e fanno male. Io detesto il dolore, di qualsiasi tipo, soprattutto se procurato da me stesso. La sventura ti può dare le compagnie di letto più impensate, diceva Shakespeare. E ora la mente torna in quel letto, su quel materasso umido di sogni rotti, interrotti. Adesso non c'è più tempo per interrompere niente, nemmeno questo amplesso così desiderato. Bramo di udire la storia della tua vita, che deve sedurre l’orecchio stranamente. Ho sempre sognato fare l'amore ascoltando certe canzoni di Van Morrison e sono stato fortunato perché ho trovato solo ragazze disposte ad accontentare ogni tipo di fantasia. Probabilmente perché sopravvaluto il mio livello di immaginazione. Ma, ehi, nessuna si è mai lamentata, ed è vero, non le ho mai lasciato il tempo, perché ho sempre preferito andare via per primo, pagando il conto e lasciando la mancia. Per ogni tipo di questione in sospeso. Sono uno a cui piacciono le canzoni lunghe, corpose, che ti lasciano il tempo di assaporare al meglio; tra tutte quella che ho amato, la mia preferita è You Don't Pull No Punches But You Don't Push The River di Van Morrison. Mentre per rimpiangere quel momento sfumato e sprecato non c’è miglior unguento di una Fair play to you, Killarney's lakes are so blue and the architecture I'm taking in with my mind so fine.

Ti ricordi di Poe, di Oscar Wilde e del libro di Thoreau. Quanto ero felice di averlo trovato, quanto ero fiero di potertelo regalare, comprato coi soldi del poker online. Ma dopotutto, è il gesto che conta! Ti citavo Yeats e ti facevo ascoltare Van the Man, vivevo di illusioni, perché sono un fermo sostenitore che ogni canzone lenta di Van Morrison ha un cuore oscuro misterioso e segreto, nella notte dell’anima, Into the Mystic. C'è un codice segreto e astrale, nelle sue ballate, che spesso non sono così quiete come si può pensare. Bisognerebbe chiedere a un esecutore, cosa vuol dire suonare il pianoforte su un pezzo come Flamingoes Fly, con quel giro di basso, circolare, alare, come il fraseggio vocale, quando il brano, manco a farlo apposta, inizia a prender quota. Il volo del pellicano è qualcosa che un brevilineo come me interpreta come il desiderio metaforico dell’autore di possedere una bella ragazza dalle gambe infinite. È quella voglia di far l'amore che puoi avere solo a 28-29 anni. Finora li ho avuti almeno 6-7 volte quei 28 anni, all'incirca da quando ne avevo 24-25. Tranquilli, mettetevi pure comodi, tanto la canzone non finisce prima di qualche altra piroetta, ancora a opera di piano, basso e Hi-hat. Fate con comodo, perché ci sono ancora un paio di giri che potrebbero darvi il tempo di tergiversare. Sapete bene che spesso sfilare le mutandine sembra facile, così com'è facile spogliarsi quando si è soli. Raramente quando siamo in buona compagnia. È come quella pennata di chitarra: bisogna darla al momento giusto, sia quando suoni da solo, per esercitarti, sia quando stai, finalmente in ensemble.

C'è ancora posto per la tenerezza? Noi cammineremo di nuovo lungo il viale, quando sarà iniziata la guarigione e avremo attraversato il lato sorridente della strada. È come quando senti la musica risuonare nella tua anima, e lo senti nel tuo cuore e cresce e cresce. Arriva attraverso questo spirito indomabile che abbiamo chiamato rock and roll, lungo una strada secondaria, quando la guarigione sarà iniziata. "Ecco da dove viene, amico", voglio che indossi il tuo migliore vestito estivo.  Puoi indossare il tuo cappellino pasquale e tutto il resto. Io voglio solo fare l'amore con te, quando la guarigione sarà iniziata, noi due faremo musica sotto le stelle, sentiremo il violino eseguire una ridda di splendente consapevolezza. Seduti su gradini di una chiesa, contemplando tutte le gioie dell’infinito, quando la guarigione sarà iniziata sembrerà di essere nati per una seconda volta. Staremo fuori tutta la notte, poi usciremo e vagheremo attraverso il campo. Tesoro, sai come mi sento ora, perché ce l’ho scritto in faccia e non sono mai stato così bravo a recitare, né a nascondere quello che provo, quando la guarigione sarà iniziata.

(Testo a cura di Dario Greco)

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