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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Common One (1980)

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Can you feel the Silence? Con Into the Music Van Morrison chiude un ciclo per inaugurarne, l'anno seguente, uno nuovo. Le canzoni sono un po' più lunghe rispetto ai suoi album precedenti. Morrison ha detto che il concetto originale era ancora più esoterico ed è stato fortemente influenzato dalla sua lettura dei poeti della natura. Common One divise la critica all'epoca della sua pubblicazione. Graham Locke lo definì "colossalmente compiaciuto e cosmicamente noioso; una pugnalata alla spiritualità interminabile, vacua e tristemente egoistica". Per Dave McCullough si tratta invece di un lavoro cerebrale e ispirato, volutamente diverso e distante dal canone di canzoni che aveva scritto negli anni precedenti.  Tom Carson esalta le qualità sonore e compositive del brano "Satisfied", il vero capolavoro presente sul disco, dove "la semplicità per cui Morrison si impegna arriva come qualcosa di naturale e senza sforzo, come un dono di grazia". Un lavor

Wavelenght (1978)

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Wavelength è uno dei dischi più pop rock della produzione morrisoniana anni '70. Invece del suo solito jazz e R&B, l'autore sembra aver optato per un album più radiofonico, sotto il profilo commerciale. Il sound infatti include sintetizzatori, chitarre elettriche e grandi ritmi di batteria. Sebbene per la critica l'album sia considerato un enorme miglioramento rispetto al precedente A Period Of Transition, non possiede la qualità di Veedon Fleece del 1974, ma rimane al contempo un ottimo ascolto. Si tratta di un album fortemente influenzato da ciò che era popolare all'epoca della sua pubblicazione. L'uso di sintetizzatori e chitarre elettriche è sempre presente. Eppure ci sono alcuni dei tratti distintivi del canone morrisoniano, come la sezione fiati e i cori.  Il brano di apertura è Kingdom Hall, con un suono  in linea alle rock band del momento in cui è stato pubblicato. Le chitarre sono piuttosto alte, ma ben equalizzate e si avverte anche una maggiore atten

What's Wrong with This Picture? (2003)

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What's Wrong with This Picture? è il trentesimo lavoro in studio di Van Morrison, pubblicato il 21 ottobre 2003 per la Blue Note Records, etichetta specializzata in produzione jazz, fondata nel 1939 da Alfred Lion e Francis Wolff. Il disco in realtà ha un sound eclettico, che vede la presenza di una corposa band composta da 17 elementi, capitanati dallo stesso Morrison, qui impegnato alla chitarra acustica e al sax contralto. Da segnalare la presenza di David Haynes al basso elettrico, musicista che già aveva suonato con il cantautore nordirlandese in alcuni dei suoi più pregevoli lavori degli anni 70-80. Tredici brani, di cui dieci autografi, due co-firmati e un tradizionale; la stupefacente versione di Saint James Infirmary, che ricorda per suoni e ispirazioni i lavori più recenti dell'amico e produttore Dr. John. Tra i brani sono da menzionare almeno quattro tracce: Once in a Blue Moon ed Evening in June per una questione di posizione in classifica, in quanto singoli di succ

Can't Go On This Way (Paura e disgusto a Pianette)

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  Vedo e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori . Come Dedalo imprigionato a un sogno, ma non c'è nessun carceriere che mi impone di stare in catene, qui. È una scelta volontaria, arbitraria. La scelta di non scegliere è una delle cose più sottovalutate di questi ameni tempi. Del resto anche la volontà e la speranza sono desideri e bisogni che abbiamo sopravvalutato. Mi sposto a piedi per non pensare, ma sento solo calore e il puzzo di scappamento dei veicoli è insopportabile, in questo pauroso meriggio che stiamo vivendo. Vedo e approvo le cose migliori, ma mi distraggo facilmente con spettacoli pietosi e patetici. Forse perché somigliano di più e meglio alla mia vita. Sapete, sento di avere sviluppato una sorta di complesso di inferiorità nei confronti del complesso di inferiorità. Un vero e proprio circolo vizioso, ma anche virtuale. Già la pioggia è con noi e nei nostri profili Instagram. Da bambino volevo diventare una ballerina, ma senza aver capito bene come e quanto