Springsteen festeggia i 50 anni di Born to Run
Born To Run di Bruce Springsteen: 50 anni e non sentirli!
Di Dario Greco
"Volevo fare un disco che avesse le parole di Bob Dylan e la musica di Phil Spector. Ciò che desideravo maggiormente però era cantare come Roy Orbison." Così Bruce Springsteen commentava le intenzioni del suo terzo disco, il primo vero successo commerciale della sua lunga carriera. Oggi, ad agosto 2025, quell’album compie cinquant’anni, e riascoltarlo significa percepire la stessa energia originaria, ma con la consapevolezza di mezzo secolo di storia musicale e culturale alle spalle.
Fin dalle prime note di Thunder Road, l’album conquista l’ascoltatore, non solo per le storie accompagnate da melodie accattivanti, ma anche per la capacità unica di Springsteen di fondere il quotidiano con l’epico, il personale con l’universale. La chiave tematica del lavoro resta tutta nella prima traccia, dove il protagonista invita la propria partner a fuggire da una vita vuota e povera di speranza. Le parole di Born To Run, che raramente si possono accostare a quelle di Dylan, rappresentano la ricerca del loro destino. Il protagonista chiede se l’amore di lei è selvaggio, ma soprattutto se è vero. Tuttavia, alla fine della corsa, permane il senso di speranza: l’idea di poter un giorno camminare nel sole, nonostante la propria natura sia più adatta a correre per riscattare la propria vita.
A cinquant’anni di distanza, questo rimane il fulcro della poetica springsteeniana: un equilibrio tra innocenza e speranza, la ricerca lenitiva di redenzione, la determinazione a essere pronti alla battaglia, a tutti i costi. Il territorio dei suoi protagonisti è ancora saturo di trappole e sfide, e oggi possiamo apprezzare come, in quegli anni, Springsteen fosse un cantore onesto ma coraggioso, capace di mostrarci sangue, sudore, lacrime e qualche sorriso. Le immagini narrative che ci restituisce sono degne di una grande pellicola hollywoodiana, a tutta velocità e con un pathos che travalica il tempo.
La musica che accompagna le parole è grandiosa e carica di enfasi, e se allora era già epica, oggi a cinquant’anni possiamo riconoscere come quella stessa architettura sonora abbia anticipato molte delle evoluzioni del rock americano. Le piccole storie, intrecciate tra arrangiamenti orchestrali e melodie memorabili, possiedono il respiro della migliore epica: un giovane autore che esplode e segna per sempre l’immaginario collettivo. I testi sono racconti gagliardi, ricchi di sfumature, al pari della musica che li accompagna, e le immagini che ci restano addosso diventano frammenti di sogno e verismo, un carburante speciale per affrontare e superare le catene del vivere quotidiano.
Oggi, a cinquant’anni dall’uscita, possiamo anche considerare l’impatto culturale che Born To Run ha avuto nel tempo. Le celebrazioni del 50° anniversario includono eventi straordinari al Bruce Springsteen Archives & Center for American Music della Monmouth University, con panel, proiezioni di filmati inediti, fotografie e interviste ai membri della E Street Band. Accanto a ciò, tour mondiali e il rilascio di registrazioni mai pubblicate permettono di ascoltare l’album sotto una luce nuova, più ricca, e di percepire sfumature che all’epoca erano invisibili ai più. È un’occasione unica per riscoprire ogni nota, ogni respiro e ogni parola di Springsteen, integrandoli in un contesto attuale che conferma l’immortalità dell’opera.
Bruce Springsteen, come autore e come esecutore, vinse la sua gara più difficile ed entrò nel Pantheon del Rock. Da lì in avanti ebbe la strada spianata per il successo mondiale, che a dire il vero avrebbe meritato fin dal primo momento, considerando i suoi lavori precedenti, pieni di brani validi e interessanti. Oggi, riascoltare soprattutto il lato B del suo secondo disco e l’intero Born To Run è un’emozione senza paragoni, un capolavoro voluto e cercato nei temi, nelle atmosfere e nella voce, capace di evocare il grande Roy Orbison, il mito di Elvis Presley e tutto l’empireo del rock and roll classico.
A distanza di cinquant’anni, sappiamo bene che Springsteen non è solo parte integrante di questa tradizione, ma ne ha anche plasmato il futuro. Come Bob Seger, John Mellencamp e Tom Petty, ha contribuito a creare un linguaggio del rock americano fatto di narrazione epica, verità emotiva e melodie indimenticabili. Il suo lavoro ha attraversato decenni senza perdere forza o freschezza, e oggi, in occasione del 50° anniversario, Born To Run non è soltanto un disco storico: è un testamento della capacità della musica di trascendere il tempo, di parlare a generazioni diverse e di continuare a ispirare chi ha il coraggio di ascoltare.
Cinquant’anni dopo, ogni ascolto diventa un viaggio nella memoria personale e collettiva, un confronto con i sogni, le fughe e le speranze che Springsteen cantava allora e che ancora oggi risuonano potenti. Born To Run resta leggenda viva, compagno fedele nella corsa della vita, testimonianza della forza narrativa, della sincerità emotiva e della straordinaria capacità di un artista di trasformare le proprie esperienze in storie universali.
Testo a cura di Dario Greco, scritto nel 2021 per la webzine Badlands.it
Aggiornato il 16 agosto 2025


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