Wavelenght (1978)


Wavelength è uno dei dischi più pop rock della produzione morrisoniana anni '70. Invece del suo solito jazz e R&B, l'autore sembra aver optato per un album più radiofonico, sotto il profilo commerciale. Il sound infatti include sintetizzatori, chitarre elettriche e grandi ritmi di batteria. Sebbene per la critica l'album sia considerato un enorme miglioramento rispetto al precedente A Period Of Transition, non possiede la qualità di Veedon Fleece del 1974, ma rimane al contempo un ottimo ascolto.

Si tratta di un album fortemente influenzato da ciò che era popolare all'epoca della sua pubblicazione. L'uso di sintetizzatori e chitarre elettriche è sempre presente. Eppure ci sono alcuni dei tratti distintivi del canone morrisoniano, come la sezione fiati e i cori. 

Il brano di apertura è Kingdom Hall, con un suono  in linea alle rock band del momento in cui è stato pubblicato. Le chitarre sono piuttosto alte, ma ben equalizzate e si avverte anche una maggiore attenzione per l'uso delle tastiere. Checkin' It Out suona come le prime cose di Morrison, nonostante un assolo centrale di sintetizzatore. Anche la title track, Wavelength ha un assolo di chitarra (cosa piuttosto rara per Van Morrison). Il punto è che questo album è molto più orientato al rock rispetto ai suoi primi lavori, un aspetto che non dispiace e crea una certa sintonia, una lunghezza d'onda appunto, tra il musicista e l'ascoltatore. In generale il suono e la musicalità dell'intreccio tra le tastiere e le chitarre risulta centrale. La chitarra, in particolare, suona molti licks blues che accompagnano bene la musica.

L'intero album suona molto più grande, epico, rispetto alle sue ultime uscite. Talvolta i brani sono molto estesi, seguendo quello che fondamentalmente è sempre stata la cifra stilistica del Morrison solista. Take It Where You Find It è una ballata di quasi 9 minuti e Santa Fe/Beautiful Obsession è di 7 minuti di buon Van. Per molti questo è stato uno dei migliori album del 1978 e uno dei migliori di Morrison della fine degli anni '70, primi anni '80, proprio perché si tratta di un lavoro molto più accessibile e tendenzialmente radiofonico, senza dimenticare le chiare influenze classic rock. Manca forse quel tocco jazzato, ma la quantità di brani validi è piuttosto evidente. 

Decimo album in studio, Wavelenght è stato pubblicato nell'autunno del 1978. E' considerato tra i lavori più pop-rock di Van Morrison. Le canzoni di questo album rievocano varie fasi della vita di Morrison. "Kingdom Hall" rievocava la sua infanzia a Belfast quando assisteva alle funzioni con sua madre, che un tempo era una testimone di Geova praticante. "Checking It Out" parla di una relazione che va storta e viene salvata da "guide e spiriti lungo la strada". "Natalia", "Venice USA" e "Lifetimes" sono tutte canzoni d'amore. 

"Wavelength" ripropone un tema assai caro a Van Morrison: i bei ricordi della sua adolescenza ascoltando la voce dell'America. La traccia successiva incorpora due canzoni che Morrison aveva scritto nei primi anni '70: "Santa Fe" scritta con Jackie DeShannon nel 1973, la prima collaborazione in assoluto di Morrison ad apparire in un album, e "Beautiful Obsession", che fu suonata per la prima volta durante uno dei suoi concerti nel 1971. "Hungry For Your Love" fa parte della colonna sonora del film "Ufficiale e un gentiluomo". Questa traccia è diventata, insieme a "Wavelength", una delle canzoni più popolari dell'album. Morrison ha incluso "Hungry For Your Love" nella sua compilation Van Morrison at the Movies - Soundtrack Hits (2007).

"Take it Where You Find It" conclude l'album e, secondo Scott Floman, è una "lettera d'amore silenziosamente epica all'America". Il pezzo nonostante la sua lunghezza, è davvero strepitoso, dato che più si va avanti, più migliora. Non a caso all'epoca era considerata addirittura tra le migliori composizioni in assoluto di Van Morrison. Lester Bangs ha definito Wavelength un disco molto bello. "Sono sicuro che tutte le persone della Warner ne sono contente, Idem i deejay. Tuttavia trovo  un po' bizzarro il fatto che un talento così monumentale possa impantanarsi in tali sciocchezze, per quanto belle possano essere alcune di esse." Melody Maker ha recensito l'album come prova della "deriva del sogno americano" di Morrison. Robert Christgau lo considera un album buono, ma non eccezionale e ha richiamato l'attenzione sul lato due, che secondo lui era "una reinterpretazione evocativa della fissazione di Van per l'America, mentre la prima facciata contiene una raccolta di brani di livello elevato. La rivista Time era stata più entusiasta dicendo che "Morrison ha realizzato due, forse tre album che si collocano in alto tra i migliori di tutto il rock 'n' roll. Wavelength è abbastanza buono da stare vicino ai lavori migliori di Morrison, un disco di magia sinuosa e sensuale. Quest'uomo non può essere facilmente sconfitto."

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