Il fantasma della polvere

Il fantasma della Polvere

(L'abitatore della soglia)

Ci sono momenti in cui tutto quello che desideri è restare sdraiato su un letto, mentre fuori il clamore reclama una pausa ristoro dal vociare disturbante di chi ha voglia di bruciare e di fare baldoria. Tu invece desideri solo un momento di intima comunione. Per te la differenza la farà il singolo momento, quel single malt che risiede in ciascuno di noi. È qualcosa di ascetico che ti porta il più delle volte a sbagliare percorso, volontariamente, come quando ti aggiri ramingo e furtivo nella notte che avvolge ogni pensiero utile. Ma tu non hai pensieri utili da quando sei nato. Eri spinto da passioni, eri sostenuto dalla fede, dallo Spirito. Non quello legato alla religione. Non quello degli uomini di buon senso, di comunione. Ogni volta che vedo gente che si raduna che risponde a una chiamata, sento che c’è qualcosa di finto, di artificioso. Ho bisogno di misticismo, di entrare in una dimensione. Di chiamata che attende una risposta e non cade nel vuoto, nel dimenticatoio. Ora sono qui, fermo con lo sguardo rivolto verso il cielo e attendo la risposta dal mio fantasma della polvere. Egli ha tante doti, ma la più importante è quella di condurmi in una dimensione altra, verso le barriere d’Ercole del mio spirito. È il blues che vige in ciascuno di noi. È la chiamata spirituale, quella autentica. È troppo presto per il riposo, così come per l’azione a tutti i costi. La mente vaga ancora nella cruda poesia del tempo, di questo spazio.

Cambia il tuo pensiero e cambierà idea. Non è un mistero quando puoi vedere chiaramente. Vibrante a una frequenza più alta. Riempi il tuo scopo mentre svolgi la vita ogni giorno. Capire cosa significa vedere chiaramente, sì! Il fantasma della Polvere provvederà quando ti sentirai giù. Collegati anche tu, non comprare quello che sta succedendo. Realizzare il tuo scopo mentre svolgi la vita ogni giorno.

Non reco offesa a nessuno dei miei antichi avi, non cerco nemmeno il loro perdono e chiedo venia tutti se sono alla ricerca di una risposta, di qualcosa di vero e tangibili qui, mentre mi affaccio a fatica dalle tenebre che hanno invaso la mia dimora. Sono nella mia tana e non cerco rifugio e non ho ristoro. Cerco l'abitatore della soglia in compagnia di un disco soul di Van Morrison da Belfast. Oh, Dweller On The Threshold! Cerco l’abitatore della soglia in compagnia della mia anima inquieta. Leggo Edward Bulwer-Lytton, il quale designa un'indefinita entità soprasensibile, erroneamente identificata come il male che dimora in ciascuno di noi. Ma è solo la radice profonda di una sensazione che oggi qualcuno chiama thriller, che un tempo era nel blues e nella sensazione di malinconia innata negli esseri senzienti e sensibili. L'abitatore della soglia è il mio spirito e mi conduce alla verità del mio profondo Io. Stiamo entrando nel territorio accidentato della teosofia, ma non ci sono altre soluzioni per uscire da questo baratro infinito in cui siamo sprofondati. Invoco tutti gli spiriti dei miei antenati e non faccio distinzione, voglio schierare sul campo ogni forza possibile, siano anche maligne, siano anche folletti dispettosi ma cazzuti e pieni di baldanza. Sto ascoltando il mio gatto nero che miagola in questo giorno senza luce, in questo gioco dove chi perde accede a un nuovo livello. E non ci sono vaccini che possono darci sollievo dalla pazzia del nostro cuore pulsante. La speranza è data da questa incrollabile fede dettata dall'incapacità di soccombere, quando lo spirito che la ospita è accolto in un nuovo corpo. Mi rivolgerò allora all'uditore silente, oh Astrale creatura, mio signore, mio spirito della Polvere, chiedo udienza, chiedo perdono. Abbandono la soglia di attenzione, abbandono l'uscio e mi lancio in questa nuova avventura, pieno di speranza, pieno di livore e di rancore, necessario per sopravvivere e per andare avanti.

Senti l'angelo del presente nel potente fuoco di cristallo. Sollevami, consuma la mia oscurità. Fammi viaggiare ancora più in alto mentre attraverso il terreno in fiamme. Fammi scendere in acqua, lascia che la grande illusione affoghi.

 Davanti a me si aprono visionari squarci di misticismo. She Gives Me Religion. Panteismo naturale. C'è un’irriducibile similitudine tra il mondo e l’esperienza che abbiamo. C'è un leone sulla strada, c'è un demone sfuggito, ci sono un milione di sogni passati, c'è un panorama rapito, ora la bellezza si nasconde e la vedo togliere le tende. Non vorrei, ma poi ancora, forse posso. Oh, se solo potessi trovarti stanotte, mio signore, mio spirito guida, fantasma della Polvere. Adesso si sta facendo tardi. Tardi per il riposo, tardi per l'azione. Tardi per vagare ancora a lungo nella cruda poesia del tempo e dello spazio. Non è né giorno né notte. È l'alba che viaggia a brevi onde al battito delle ali di un albatro. I suoni che mi giungono sono attutiti, rimbombanti, smorzati, come se i travagli dell'uomo si svolgessero sott'acqua. Sento la marea che si ritrae ma non ho paura di essere risucchiato, sento le onde che sciabordano ma non ho paura d'affogare. Cammino tra i relitti e i rottami del mondo, ma i miei piedi non sono contusi. Non c'è limite al cielo né divisione tra terra e mare. Mi muovo tra chiusa e orifizio con piede instabile, che scivola. Non annuso niente, non odo niente, non vedo niente, non avverto niente. Supino o prono, di fianco come il granchio o a spirale come un uccello, tutto è beatitudine vellutata e indifferenziata. L'abitatore della soglia mi condurrà alla verità del mio profondo Io, adesso.

Sollevami, consuma la mia oscurità quando la notte sale io uscirò dall'oscurità per entrare nella luce. Canto un inno secolare mentre l'alba finirà questa notte. E il fantasma della Polvere provvederà oltre la luce. Il fantasma della Polvere provvederà oltre il bianco. Oltre la sfera dell’ordine, raziocinio e libertà personale.

Fine

[Illustrazione di Elena Artese, testo di Dario Greco]


Commenti

  1. che dire---è sovra-bello-ultra-vivido-

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  2. che dire---è sovra-bello-ultra-vivido-

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  3. Molto bello, avvincenti i temi dell'abitare sulla soglia e del fantasma della polvere. Un monologo con se stessi, con la propria fragilita' che si fa immagine : non essere mai ,"dentro" o "fuori", ma sulla soglia,"doorwai"; non essere mai identità compatta e solida,ma fantasma, polvere. Bravo Dario. Sono temi anche molto dylaniani, molto letterari, negli Usa.

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    1. Sono sincero, ho pensato molto a Dylan, sia per il titolo che per il tema. Anche se sono partito da Van Morrison e da altre cose, ma Dylan c'è sempre. Grazie mille per il commento. Fa piacere. ;)

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