Tunnel Of Love, Oggi

Tunnel Of Love, Oggi

I temi portanti dell'album sono l'identità e l'amore. Chi sono? Dove sto andando? Dove finirò? Sto sperimentando l'ambivalenza delle relazioni, da sempre latente nella mia vita psicologica. Le dodici tracce di Tunnel Of Love sono dichiarazioni d'amore notturne e sospiri che spezzano quel minaccioso silenzio che spesso cala in una coppia. È un disco fondato sulla dicotomia tra forza e debolezza, come il protagonista di uno degli episodi più riusciti del lavoro, Cautious Man, il quale ha tatuato sulla mano destra la parola amore e sulla sinistra invece la parola paura. Naturalmente è facile dedurre che dietro il personaggio di Bill Horton ci sia lo stesso Springsteen, senza troppo azzardo in termini di interpretazione. 

È il fulcro e il cuore a livello tematico di tutto il disco e anche uno dei suoi episodi meglio riusciti. Max Weinberg sostiene che il punto è che non si tratta del primo disco solista di Springsteen, dato che sono tutti album solisti. In effetti per molte persone Born in the Usa era stato il disco con cui avevano conosciuto il suo autore. Arrivati a questo punto della corsa si crea in effetti una spaccatura tra i vecchi fan e i nuovi. Tunnel of Love è un punto di svolta che con la sua diversità, ci fornisce indicazioni sui percorsi che il suo autore avrebbe seguito nei vent'anni successivi. Springsteen ha più volte affermato che questo disco nasce da una canzone che aveva scritto e inciso in precedenza: Stolen Car. 

Questo brano su The River poteva forse passare in secondo piano, agli occhi dei fan meno attenti, ma costituisce di fatto una guida narrativa importante, un canovaccio e una mappa che il suo autore utilizzerà da qui in avanti per comporre e per portare avanti il proprio lavoro di scrittura. In effetti il sentimento bivalente è centrale nell'opera di Springsteen e negli anni ottanta, questo emerge con maggiore forza e vigore. Perché senza fatica troviamo ancora una volta i lupi solitari, gli emarginati, figure introspettive che si interrogano senza trovare risposte fondamentali. Ed è un disco che sembra riprendere il discorso di The River e Nebraska, più che proseguire sulla falsariga di Born in the Usa. Se la cosa potrebbe sembrare scontata a livello tematica e testuale, non lo è altrettanto sotto il tessuto sonoro e di ambiente musicale. Springsteen produce un disco minimale, con una ritmica accennata e ticchettante, metafora perfetta per il suo luna park a tema sentimentale. 

Tunnel Of Love nei suoi episodi maggiori fa emergere il suo autore ispirato e focalizzato, pronto a dirci la sua su un tema che potrebbe essere una trappola, ma che invece si rivelerà vincente, alla lunga, per il Nostro. One Step Up, Walk Like A Man, Spare Parts e Tougher Than The Rest, sono tra le cose migliori che Springsteen abbia scritto e cantato da un po' di tempo. La grandezza di questo disco è tutta nel controllo del suo autore e nella sua idea di arrangiamento. Non è un caso se raramente abbiamo assistito a cose suonate così bene, con precisione e cura per i dettagli. Il disco esce però nell'autunno del 1987, mentre la musica che gira intorno è cambiata ancora una volta. Sarà una costante per lo Springsteen post Darkness, trovarsi spesso al momento sbagliato, nel posto giusto. A distanza di quasi 35 anni è difficile non collocare questo ottavo lavoro tra gli episodi migliori e meglio riusciti della produzione springsteeniana.

 Il verdetto dei critici:

 "Tunnel Of Love è senz'altro un ritorno alle vecchie abitudini, di disco castigato, duro e spesso a sorpresa umile, di un uomo che teneva il mondo in una mano." (Steve Sutherland, Melody Maker, ottobre 1987)

"E' in assoluto uno degli album più belli di Springsteen e probabilmente il migliore che ha prodotto in questa decade." (Neil Taylor, NME, ottobre 1987)

Dario Greco, blogger

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