Flamingos Fly
FLAMINGOS FLY
Quanti furono ad amare i tuoi attimi
Di grazia felice, e quanti amarono,
con falso o vero amore, la tua bellezza; ma uno solo amò l’anima
peregrina
Che era in te, e il dolore del tuo volto che muta.
Curva di fronte ai ceppi risplendenti mormora,
Con lieve tristezza, come amore fuggì, come percorse,
Passando, i monti che ci stanno alti sul capo,
e nascose il suo viso fra un nuvolo di stelle.
La sventura ti può dare le compagnie
di letto più impensate, diceva Shakespeare. L’isola è piena di questi
sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie. A volte son migliaia di strumenti
che vibrando mi ronzano agli orecchi, altre volte son voci sì soavi, che pur se
udite dopo un lungo sonno, mi conciliano ancora con Morfeo oltre la sfera
dell'eroe, fino alle colonne d'Ercole di questo sentire, senza pensare a
niente, se non a vivere, rischiando tutto, senza fare prigionieri. Abbiamo
bruciato come autentiche Supernovae e
siam spariti, entro le nebbie di un‘alba frettolosa, ma salubre di vino, poesia e peyote. C'è un sogno dentro questo
mio sogno e perfino tu puoi contribuire a portarlo avanti, il riscatto è dentro
la musica. Into the music. Ancora
una volta la breccia, fratelli miei, ancora una volta contro la burrasca del
rock. Van Morrison ha cantato oltre la sfera di un vago mito celtico, sfidando
le leggi e la scrittura classica di una pop song di tre-quattro minuti. Lo ha
fatto per un motivo, lo ha fatto per il desiderio di essere immortale, per
essere ricordato, non come autore, non come cantante rock, ma come Prometeo,
che ruba il fuoco sacro della musica. Che si inerpica oltre la rupe Tarpea del Mito,
della leggenda e della tradizione. Celtic Ray, per chi ha sete di conoscenza,
per chi ha vissuto e rivisto le scogliere di Moher, per chi vuole vedere oltre
il proprio naso, dentro un bicchiere di whiskey torbato, dentro una fetta di
pane gaelico, ammesso che sappiate di cosa sto parlando. C'è una stradina, non
proprio vicino a Domino's Pizza, lì sulle vie di Arklow che mi riconduce con la
mente, lo spirito e il corpo a Fiumefreddo Bruzio, oltre la ferrovia fino a
ritrovare la strada di casa, dove ho scovato il miglior allevamento di api mai
visto. Solo con la forza dell'immaginazione, solo quando vedrò questi pellicani
volar via, verso il tramonto, verso la fine di un autunno appena iniziato, che
profuma ancora di calore e brezza, di un'estate tirrenica, in questa notte
mediterranea che sto attraversando. Come
here my love. Nessun disco, nessuna canzone vale come una ballata triste,
malinconica e romantica del Van Morrison d'annata settanta. Non ditelo a me, io
l'ho visto suonare e cantare, ma soprattutto ho percorso le stesse strade,
quegli stessi posti dove la musica diventa poesia. Dove un chitarrista trae
ispirazione, per scrivere forse una canzone che potrebbe essere considerata una
nuova Madame George. Ma le canzoni sono libere e leggere e possono fluttuare,
allungarsi, ricompattarsi come un bandoneòn,
non ha importanza. Ti basterà un pianoforte, colpito con la giusta dosa di
violenza, sentimento e romanticismo. Ho sempre amato gli strumenti acustici
perché non c'è bisogno di attaccare nessuna spina, e certe spine se colpisci
una tastiera si sentono e fanno male. Io detesto il dolore, di qualsiasi tipo, soprattutto
se procurato da me stesso. La sventura ti può dare le compagnie di letto più
impensate, diceva Shakespeare. E ora la mente torna in quel letto, su quel
materasso umido di sogni rotti, interrotti. Adesso non c'è più tempo per
interrompere niente, nemmeno questo amplesso così desiderato. Bramo di udire la
storia della tua vita, che deve sedurre l’orecchio stranamente. Ho sempre
sognato fare l'amore ascoltando certe canzoni di Van Morrison e sono stato
fortunato perché ho trovato solo ragazze disposte ad accontentare ogni tipo di
fantasia. Probabilmente perché sopravvaluto il mio livello di immaginazione.
Ma, ehi, nessuna si è mai lamentata, ed è vero, non le ho mai lasciato il
tempo, perché ho sempre preferito andare via per primo, pagando il conto e
lasciando la mancia. Per ogni tipo di questione in sospeso. Sono uno a cui
piacciono le canzoni lunghe, corpose, che ti lasciano il tempo di assaporare al
meglio; tra tutte quella che ho amato, la mia preferita è You Don't Pull No
Punches But You Don't Push The River di Van Morrison. Mentre per rimpiangere
quel momento sfumato e sprecato non c’è miglior unguento di una Fair
play to you, Killarney's lakes are so blue and the architecture I'm taking in
with my mind so fine…
Ti ricordi di Poe, di Oscar Wilde e del libro di
Thoreau. Quanto ero felice di averlo trovato, quanto ero fiero di potertelo
regalare, comprato coi soldi del poker online. Ma dopotutto, è il gesto che
conta! Ti citavo Yeats e ti facevo ascoltare Van the Man, vivevo di illusioni,
perché sono un fermo sostenitore che ogni canzone lenta di Van Morrison ha un
cuore oscuro misterioso e segreto, nella notte dell’anima, Into the Mystic. C'è
un codice segreto e astrale, nelle sue ballate, che spesso non sono così quiete
come si può pensare. Bisognerebbe chiedere a un esecutore, cosa vuol dire
suonare il pianoforte su un pezzo come Flamingoes Fly, con quel giro di basso,
circolare, alare, come il fraseggio vocale, quando il brano, manco a farlo
apposta, inizia a prender quota. Il volo del pellicano è qualcosa che un
brevilineo come me interpreta come il desiderio metaforico dell’autore di
possedere una bella ragazza dalle gambe infinite. E’ quella voglia di far
l'amore che puoi avere solo a 28-29 anni. Finora li ho avuti almeno 6-7 volte
quei 28 anni, all'incirca da quando ne avevo 24-25. Tranquilli, mettetevi pure
comodi, tanto la canzone non finisce prima di qualche altra piroetta, ancora a
opera di piano, basso e charleston. Fate con comodo, perché ci sono ancora un
paio di giri che potrebbero darvi il tempo di tergiversare. Sapete bene che spesso
sfilare le mutandine sembra facile, così com'è facile spogliarsi quando si è
soli. Raramente quando siamo in buona compagnia. E' come quella pennata di
chitarra: bisogna darla al momento giusto, sia quando suoni da solo, per
esercitarti, sia quando stai, finalmente in ensemble.
Chissà Van quanto avrà
provato, quanto si sarà esercitato, per raggiungere questo fraseggio, perfetto
e al contempo personale. Oltre la sfera dell'eroe, fino alle colonne d'Ercole,
senza pensare a niente, se non a vivere, osando tutto, senza fare prigionieri. Bruciando come un'autentica Supernovae
fino a sparire dentro le nebbie di un’alba frettolosa e salubre di vino, poesia
e peyote. Forse un doppio sogno dentro questo sogno di vita, musica e poesia.
Into the music. To be born again
"Quando tu sarai vecchia e grigia e sonnolenta,
Col capo tentennante accanto al fuoco, prenditi questo libro,
e lentamente leggilo, e sogna del tenero sguardo
Che gli occhi tuoi ebbero un tempo, e delle loro ombre profonde."
(William Butler
Yeats)
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