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Bob Dylan e Jack Kerouac: quando il formato canzone vola alto

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Bob Dylan e Jack Kerouac: quando il formato canzone vola alto Quando il giovane cantautore Bob Dylan decide di attaccare la spina alla sua chitarra elettrica, trasformando le sue canzoni in qualcosa di diverso rispetto a quanto visto nei primi lavori giovanili, il primo diretto riferimento è proprio nei confronti dei Beat, di Allen Ginsberg, di William S. Burroughs e naturalmente di Jack Kerouac. Certo, c’è il blues di Chicago e ci sono ancora tanti riferimenti al folk e alla canzone americana tradizionale, ma c’è qualcosa di nuovo in quel lavoro dove l’artista stava letteralmente RIPORTANDO TUTTO A CASA. Il titolo è in effetti programmatico ed esortativo, prima di tutto verso sé stesso. Poi ci sono gli elementi che faranno la fortuna di Dylan e di tutta una nuova scena che sta venendo fuori. C’è però un brano che emerge con vigore e potenza poetica differente. Si tratta di Mr. Tambourine Man. Canzone che è una sorta di inno alla libertà espressiva, poetica, come lo stile di vita degli

Il legame tra John Lee Hooker e Van Morrison

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  APPENDICE #2 – IL LEGAME TRA JOHN LEE HOOKER E VAN MORRISON   Mi sembra corretto iniziare con una premessa. L’articolo che vi apprestate a leggere non ha alcuna pretese di completezza, né tantomeno di originalità. Si tratta altresì della summa di alcune tra le più prestigiose collaborazioni realizzate da Van Morrison , nel corso di una lunga e assai prolifica carriera discografica. A volte ci si dimentica quasi come il Nostro abbia iniziato a comporre e pubblicare musicale in ensemble coi sodali Them. Mi rendo conto di aver finora schivato questa trappola, ovvero parlare del rapporto di odio-amore-fastidio che Morrison ha nutrito per il suo ex-gruppo. In questo pezzo tuttavia, vorrei fare una ricognizione su quelle che sono state le collaborazioni più proficue del musicista irlandese con alcun illustri colleghi. Mi vengono in mente episodi minori, come il featuring con Frank Zappa , con il brano Dead Girls of London, del 1979. C’è poi la spettacolare versione live di Comfortabl

Down the Road

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DOWN THE ROAD (Capitolo 13)   Due note e il ritornello era già nella pelle dei sedili di quel treno. È l'invincibile estate 2003. È notte e sono da solo, col treno fermo in una stazione di periferia. Cielo limpido, un silenzio magico nel buio più nero che c'è. Alzo la testa, una miriade di stelle, walkman e cuffie alle orecchie, con Only a dream di Van Morrison a palla! The Man sta cantando per me e per questa improvvisa sosta. Avevo 24 anni e tornavo a casa da un viaggio lungo e proficuo. Il tempo era solo una promessa, l'estate un senso sconfinato di libertà, e quasi tutto doveva ancora accadere. Poi tutto è volato in un soffio. Proprio come in un film con Kevin Costner, proprio come in un sogno. Only a Dream. La pubblicazione del 29esimo disco in studio di Van Morrison ha una valenza storica di tutto rispetto, almeno per il sottoscritto. Fu proprio in questa circostanza che scoprii i suoi dischi in studio. Appena un mese prima un amico con la passione musicale, e u

Saint Dominic's Preview - GAVM - Pt. 4

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  Saint Dominic's Preview (Capitolo quattro) Premessa autobiografica sul disco Estate 2002. In quel periodo per superare una piccola storia d’amore mi rifugiai nella musica. Tanto per cambiare. Ascoltavo di frequente artisti come Bob Dylan, Stevie Wonder, The Band, Bruce Springsteen e Bob Seger. Qualche mese prima però un amico mi aveva masterizzato due cd: Astral Weeks e Moondance e nel mese di maggio avevo acquistato il mio primo disco di Van Morrison, uscito da poco: Down the Road. In quel frangente oltre ad ascoltare vagonate di dischi e musicassette, avevo scoperto due autori come Saul Bellow ed Herny Miller. Al cinema andava forte un certo Peter Jackson ed eravamo tutti spiazzati per via del terrorismo islamico. Ma questa è decisamente un’altra faccenda, che qui non ho tempo di trattare in modo adeguato. Faccio questa premessa perché l’ascoltatore che stava per conoscere e scoprire questo disco era un giovane sognatore un po' acerbo, forse anche un tantino romantico, ma

Tupelo Honey - Guida all'ascolto di VM - Pt. 3

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Tupelo Honey (Capitolo Tre)    Tupelo Honey è il quinto album in studio del cantautore nordirlandese Van Morrison. È stato pubblicato nell'ottobre 1971 dalla Warner Bros. Records. Morrison aveva scritto tutte le canzoni dell'album a Woodstock, New York, prima di trasferirsi a Marin County, California, ad eccezione di "You're My Woman", che scrisse durante le registrazioni. Il disco presenta vari generi musicali, in particolare country, ma anche R&B, soul, folk-rock e soul. I testi sono fortemente intrisi di un’insolita felicità domestica, celebrando l'ambiente rurale della vita familiare di Woodstock con Janet "Planet" Rigsbee . Tupelo Honey è stato un discreto successo negli States, mentre in Europa così come altrove non ha ottenuto esiti degni di nota. L'album ha prodotto due singoli di successo, la title track e il brano apripista molto r’n’b Wild Night. L'ambiente rurale della contea di Marin ha fornito lo sfondo alla felicità d

Guida all'ascolto di Van Morrison - Pt. 2

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  Moondance (Capitolo Due)  Così come Astral Weeks era stato scritto e realizzato come un album senza compromessi di sorta, il terzo disco di Van Morrison verrà assemblato in modo speculare, diametralmente opposto. In Astral Weeks (salvo rari casi) i brani superano ampiamente i cinque minuti, sfiorando nel caso di Madame George addirittura dieci minuti. Moondance parte con un'altra marcia e con un registro decisamente meno impegnativo. And It Stoned Me, è un brano che parla di estasi nell'atto di osservare i miracoli della natura. Una descrizione di ambienti rurali dove il centro tematico è rappresentato da questo ruscello la cui acqua avrà degli effetti benefici sul protagonista. Morrison ha detto di essersi basato su un'esperienza quasi mistica che ha avuto quando dodicenne pescava nel villaggio di Comber a Ballystockart, dove una volta chiese dell'acqua a un vecchio che disse di averla recuperata da un ruscello. In terza posizione spicca Crazy Love, ode all’amore e

Guida all’ascolto di Van Morrison - Pt. 1

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Guida all’ascolto di Van Morrison - Discografia essenziale    Introduzione Sono consapevole che scrivere una guida all’ascolto di un artista come Van Morrison potrebbe risultare una trappola.  Nonostante la mole di articoli, libri e saggi pubblicati negli anni, pochi sono stati capaci di condensare il senso della produzione discografica morrisoniane, senza evitare una certa retorica, condita da personale astio e risentimento verso un musicista sfuggente, dal carattere sicuramente non facile, ma dotato di un evidente e solare talento artistico.  Non è un caso che tra gli appassionati il dibattito, a distanza di anni sia ancora piuttosto acceso circa la capacità del Nostro di continuare a stupire e a regalare, a distanza di oltre 50 anni dal suo esordio, un numero impressionante di dischi e canzoni di alta scuola, dove il mestiere e la naturale capacità di scrittura, si coniugano alla perfezione. In pratica Van Morrison vive nel proprio elemento, la musica, senza badare più di tanto a